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I pezzi da collezione del cattolico Carlo Giovanardi

Un altro discorso intelligente di Carlo Giovanardi da aggiungere alla collezione. Ha paragonato l’azione violenta della polizia che portò alla morte per soffocamento del giovane 18enne Federico Aldovandri, all’azione dei carabinieri (più delicati?) che bloccarono Luigi Preiti. Vogliamo dare uno sguardo alla collezione? Non è la prima volta che il cattolico senatore non lascia in pace i morti. Nel febbraio di quest’anno a Radio 24, il cattolico dichiarò: “È evidente che Ilaria Cucchi sta sfruttando la tragedia del fratello…Tutte le perizie arrivano alla conclusione che non c'è nessuna relazione tra la morte di Cucchi ed eventuali percosse subite. Cucchi era stato ricoverato in ospedale precedentemente 17 volte per percosse, lesioni e fratture subite dai suoi amici spacciatori”. Nel novembre del 2009 aveva già dichiarato: “Stefano Cucchi è morto perché anoressico, drogato e sieropositivo”. Il 22 marzo 2006, nella trasmissione Ottoemezzo, mentre si parlava di eutanasia infantile e della giustezza o meno di accelerare la morte certa ed inevitabile di un neonato affetto da malattia inguaribile ed in preda a dolori insopportabili, Giovanardi se ne uscì con questa frase: “Finché c'è vita c'è speranza”. Il 13 maggio 2006, poiché Follini e Tabacci avevano votato per l'elezione del Presidente della Repubblica, contrariamente alle indicazione del partito, li definì “traditori e immorali”. Il 19 dicembre 2006, nella trasmissione di Bruno Vespa, affermò che un medico aveva il dovere di tenere in vita Welby, così come ogni medico aveva il dovere di salvare un suicida che si getta dalla finestra e resta vivo. Per lui era la stessa cosa. Nel febbraio del 2010 definì scandalosa una trasmissione di Annozero, precisando: “Una tv di Stato ha fatto la propaganda alla droga. Sembrava una specie di fumeria d'oppio”. Nel settembre del 2010 dichiarò, ovviamente senza uno straccio di prova, che nei Paesi dove sono consentite le adozioni gay “è esplosa la compravendita di bambini e bambine”. Nel febbraio del 2012 affermò che vedere due donne che si baciano è come veder fare la pipì in pubblico. A quando il prossimo prezioso pezzo?

Renato Pierri

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