C. V. D. P.
Commissione di Vigilanza
Per la Democrazia Partecipativa
(movimento astensionista politico per il rilancio della sovranità popolare)
In allegato la proposta di Riforma del Sistema Elettorale trasmessa oggi dalla CVDP alla Commissione Affari Costituzionali del Senato.
E’ la prima volta in assoluto che le porte di un così alto livello legiferante si aprono al Movimento Astensionista Politico Italiano, e, per questo, siamo immensamente grati per l’apertura e la democraticità dimostrataci sia al Presidente Sen. Anna Finocchiaro che a tutti i Senatori componenti la Prima Commissione permanente del Senato della Repubblica.
Roma, 13 settembre 2013
Per la CVDP – Commissione di Vigilanza
per la Democrazia Partecipativa
(movimento astensionista politico per
il rilancio della sovranità popolare)
Antonio Forcillo, portavoce
Cell. 338-5867165
Mail: forcillotoni@alice.it
Twitter: https://twitter.com/AntonioForcillo
Sito internet: www.cittadiniattivibernalda.it
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Alla Commissione Affari Costituzionali
del Senato della Repubblica
Oggetto: RIFORMA DEL SISTEMA ELETTORALE
Illustrissimo Presidente Sen. Anna Finocchiaro, Illustrissimi Senatori
In riferimento a quanto deciso da codesta Prima Commissione AA.CC. del Senato nella seduta n. 39 dell’11 settembre 2013, lo scrivente “Movimento Astensionista Politico Italiano CVDP” invia la presente con alcune significative proposte di modifica e revisione del sistema elettorale e degli automatismi di rappresentanza politico/istituzionale di ogni livello, secondo i principi di un pluralismo politico di sistema associato a formule di effettivo rispetto della sovranità popolare, oltre ad elementi applicati di demarchia e democrazia partecipativa.
MOTIVAZIONI
Dagli artt. 48, 49, 56, 58 e 122 della Costituzione italiana si deduce che l’assegnazione dei seggi è conseguente alle elezioni, le quali consentono agli elettori di scegliere ed eleggere direttamente i membri che compongono il Parlamento e i Consigli degli Enti locali. Ne consegue che tale scelta implica un voto espresso sulla scheda elettorale e che pertanto l’assegnazione dei seggi deve essere effettuata in base ai voti espressi dall’elettorato. La Costituzione italiana non lascia intendere che i seggi debbano essere assegnati “comunque”, soprattutto ricorrendo ad éscamotages che alterano i normali rapporti di rappresentatività e sovranità degli elettori (ad es. i riferimenti esclusivamente percentuali del consenso senza che questi considerino i valori assoluti del numero dei voti espressi, oppure i premi di maggioranza variabili indicati di volta in volta con specifici decreti elettorali).
L’art. 49 della Costituzione indica chiaramente che i partiti debbano costituire semplici strumenti ai fini dell’esercizio del diritto politico e non un obbligo di cooptazione degli elettori, essendo il loro scopo quello di “contribuire” alla determinazione della politica complessiva non quello di occupare ad ogni costo il Parlamento ed ogni Istituzione o funzione pubblica. La Costituzione quindi, a nostro avviso, non impedisce ai cittadini non iscritti a partiti, movimenti politici o qualsivoglia lista di ricoprire la carica di Parlamentare o Consigliere o Ministro della Repubblica ecc..
L’art. 1 della Costituzione italiana, soprattutto, recita molto chiaramente che “la sovranità appartiene al popolo” e che “l’Italia è una repubblica democratica” e il fenomeno dell’astensionismo, che è cresciuto notevolmente in questi ultimi tempi, indica senza alcuna ombra di dubbio che moltissimi elettori, non fidandosi più degli attuali partiti, dànno all’astensione elettorale una particolare valenza politica.
Dopo le ultime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013 il distacco e la sfiducia verso tutti i partiti sono cresciuti ulteriormente, e gli italiani che non hanno voluto esprimere alcun consenso nei loro confronti, sulla base di motivazioni e convinzioni strettamente politiche, ha superato il 30% degli aventi diritto, con un complessivo di più di 15 milioni di elettori che si sono astenuti “volutamente”.
A rafforzamento di questa tesi molti di essi hanno anche fatto trascrivere o allegare nei verbali elettorali le motivazioni della loro scelta di non votare alcuna lista presente, e dei quali, per i meccanismi elettorali in essere, non è attualmente neanche possibile conoscere il numero preciso complessivo.
Ci pare poco logico non dare alcun peso ed ignorare, in una democrazia, questo elettorato che ha superato quasi del doppio l’elettorato della lista che ha ricevuto più voti.
Per questa ragione, riteniamo opportuno segnalare a codesta Prima Commissione cinque punti programmatici fondamentali, da considerare in vista di un’auspicabile e urgente modifica dell’intero sistema elettorale italiano, che investa direttamente sia i meccanismi dell’attribuzione dei seggi che i conseguenti meccanismi dell’assegnazione delle cariche pubbliche ed istituzionali di ogni livello, come di seguito elencato:
1. L’aggiunta sulle schede elettorali di un’area per le astensioni, con la previsione della casella “nessuno” o, in alternativa, “non voto” o anche “bianca”.
2. Lo scatto dei seggi in percentuali numeriche direttamente collegate al numero dei voti validi espressi, rapportati agli aventi diritto (es. su 50 milioni di aventi diritto, se i voti validi sono 25 milioni i seggi che scattano saranno esattamente la metà), senza ovviamente alcun premio di maggioranza.
3. I seggi restanti, numericamente previsti da tutti gli altri ordinamenti legislativi in vigore e determinati, a questo punto, dalle espressioni “nessuno” o “non voto” o “bianca”, nonché dall’astensione passiva o mancata affluenza alle urne, con l’aggiunta inoltre dei residui dei voti per mancato raggiungimento di quorum, saranno assegnati a titolo totalmente gratuito e per brevissimo periodo a cittadini regolarmente iscritti nelle liste elettorali, ma non ricoprenti alcun’altra carica politica o istituzionale, secondo modalità di sorteggio pubblico.
4. Con analogo meccanismo di sorteggio saranno inoltre scelti anche i rappresentanti di lista per il “non voto”, regolarmente ammessi nei seggi elettorali e gli scrutini al pari dei rappresentanti dei partiti o liste politiche.
5. Un analogo meccanismo di massima rappresentatività pluralistico-democratica potrà inoltre essere previsto a tutti i livelli, vale a dire anche per l’assegnazione di cariche istituzionali, Giunte esecutive, CdA, Authority, Enti Pubblici, etc. etc.
In questo modo i plenum istituzionali (parlamentari o di qualsiasi altro genere) sarebbero comunque assicurati, ma con una notevole riduzione dei costi e soprattutto dell’ingerenza dei partiti all’interno delle Istituzioni.
Ringraziando per la disponibilità tutti i Senatori di Codesta Prima Commissione, e restando disponibili per ogni ulteriore chiarimento e/o approfondimento utile, si coglie l’occasione per porgere i più ossequiosi saluti.
Roma, 13 settembre 2013
Con deferenza
Antonio Forcillo, portavoce CVDP
Commissione di Vigilanza per la Democrazia Partecipativa
(movimento astensionista politico italiano)
cell. 338-5867165 mail: forcillotoni@alice.it