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Domani, domenica 15 settembre, la proclamazione del vincitore della 29° edizione. Nel pomeriggio saranno attribuiti i premi a Francesca Borri e Vinicio Capossela

Il giorno della finale è arrivato: otto diari, otto straordinarie storie di vita di gente comune saranno raccontate in piazza a, Pieve Santo Stefano, nel corso della manifestazione conclusiva. Viaggio, emigrazione, guerra, famiglia, amore saranno solo alcuni dei temi che riempiranno di parole la piazza principale del Paese dei diari. Ma prima di scoprire quale sarà la storia di vita che si aggiudicherà questa 29° edizione del Premio Pieve Saverio Tutino, ci sarà assistere a molti altri avvenimenti.

A partire dall’imperdibile incontro (ore 9.30) tra la commissione di lettura del Premio e i diaristi della lista d’onore, coordinato dalla direttrice dell’Archivio Natalia Cangi: un momento unico di confronto e intimità tra chi ha affidato in mani altrui il racconto della propria vita e chi lo ha raccolto, letto e catalogato per sottrarlo all’oblio.

Sarà poi il turno di due ospiti speciali come Franscesca Borri e Vinicio Capossela.

Alla prima, giornalista freelance in Medio Oriente, sarà attribuito il primo “Premio Tutino Giornalista”, voluto per ricordare il fondatore dell’Archivio vera icona di un mestiere tra i più seducenti per le nuove generazioni di tutte le epoche in età contemporanea. Un mestiere oggi in declino, vituperato e insultato nell’esercizio e nella percezione, che però può contare ancora su sorprendenti interpreti: talentuosi, estrosi, generosi. Proprio come Francesca Borri che sta raccontando da tempo un dramma, quello della guerra in Siria, che recentemente ha rischiato di coinvolgere anche la comunità internazionale, ma che con meno clamore sta devastando la comunità locale da circa due anni.

A Capossela l’Archivio è felice di attribuire il “Premio Città del Diario”, che dal 2005 viene destinato a “una personalità del panorama culturale che si sia distinta per la sua attenzione ai temi della memoria”. Amico di vecchia data della Fondazione (la prima presenza al Premio risale al 1996) il cantautore e scrittore ha spesso manifestato un interesse vivo nei confronti dell’Archivio e della sua attività, promuovendola pubblicamente fino a compiere un gesto simbolico altamente apprezzato da tutti i membri della Fondazione. Domenica infatti Capossela consegnerà direttamente sul palco il diario di viaggio originale sul quale ha preso gli appunti che hanno dato vita al libro Tefteri, pubblicato da Il Saggiatore, che racconta il periodo trascorso dall’artista in Grecia, nell’anno della crisi, a studiare la rinascita di forme di espressione musicale tradizionali quali il rebetiko e i suoi interpreti, i rebetes. Una donazione molto apprezzata e che ci si augura possa essere emulata, magari dai molti estimatori di Capossela che come lui hanno conservato un diario di viaggio. D’ora in poi, dunque, chiunque vorrà potrà passare a Pieve Santo Stefano e consultare il taccuino originale scritto da Capossela, esattamente come accade con altre 7.000 testimonianze di persone “qualunque”. Anche questo è l’Archivio dei diari.

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