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‘Ndrangheta in Piemonte, sequestrati beni a Salvatore De Masi

di Marika Demaria

diaLa Direzione investigativa antimafia di Torino ha concluso oggi – mercoledì 7 agosto – un’importante operazione di sequestro anticipato, disposto dal Tribunale Misure di Prevenzione del capoluogo piemontese, nei confronti di Salvatore De Masi detto “Giorgio”. L’uomo, arrestato nell’ambito dell’operazione “Minotauro” del giugno 2011 con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso e attualmente agli arresti domiciliari, è ritenuto a capo della locale di Rivoli.

Il procuratore capo Gian Carlo Caselli, nel corso della sua requisitoria nel corso del processo che si sta celebrando nell’aula bunker del carcere torinese a seguito dell’operazione piemontese di due anni fa, ha così dipinto De Masi: «Originario di Mardone, cognato del superlatitante Giuseppe Giorgi alias “u Capra”, coniugato con la figlia del boss Sebastiano Romeo detto “u Staccu” di San Luca, ama intrattenere cordiali, amichevoli relazioni con vari personaggi, anche di spicco, del mondo politico-amministrativo». Il magistrato, a questo proposito, ha ricordato che Domenico Lucà, parlamentare del Pd, «il 21 febbraio 2011 chiamò De Masi. Gli comunicò che, in occasione delle “primarie”, previste a Torino per il giorno 27 febbraio 2011, avrebbe sostenuto Piero Fassino. Gli chiese di utilizzare le sue conoscenze a Torino per procurargli voti. Il De Masi disse di avere più di un amico, asserendo: “Gli facciamo votare Fassino”». L’accusa ha chiesto, per De Masi, venti anni di reclusione.

Secondo la nota della Dia, “seguendo la collaudata teoria del doppio binario i beni, già cautelati in sede penale, sono stati nuovamente sequestrati nell’ambito di prevenzione per la successiva confisca. Si tratta di oltre 20 immobili tra fabbricati e terreni situati nel torinese, conti correnti, polizze, buoni postali e autovetture per un valore complessivo di oltre 7 milioni di euro, tutti intestati a I.DE.CO srl, MONGIOIA ss, DE MASI COSTRUZIONI srl, società di costruzioni riconducibili in tutto od in parte a DEMASI Salvatore. Il quadro indiziario ha individuato un contesto di pericolosità estremamente grave, intenso ed attuale, sicuramente idoneo a giustificare l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale, nei confronti di DEMASI è stata anche richiesta la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza”.
Con l’operazione odierna, ammonta a ventidue milioni di euro il valore complessivo dei beni – riconducibili a persone affiliate alla ‘ndrangheta operante in Piemonte – sequestrati a Torino dalla Direzione investigativa antimafia nel corso del 2013. Nella fattispecie, si è proceduto a sequestri anticipati e confisce a carico di Giovanni Iaria (dieci milioni di euro), deceduto nel febbraio di quest’anno; di Bruno Antonio Iaria (4 milioni e 500 mila euro), ritenuto capo della locale di Cuorgnè e infine di Cosimo Catalano (duecento mila euro), morto suicida due mesi fa e ritenuto affiliato alla locale di Siderno in Torino. Tutti erano stati arrestati con l’accusa di 416 bis nell’ambito di “Minotauro”.

Ricordiamo ai lettori il numero “La paura e l’omertà” di «Narcomafie» 2013, sulla ‘ndrangheta in Piemonte.

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