GIOVANNI IMPASTATO A PAPER PROJECT: «MATTEO MESSINA DENARO? O NON LO CERCANO O E’ PROTETTO DA UNA RETE DI CONNIVENZE».

«TENTANDO DI SALVARE PEPPINO MIO PADRE SMISE DI ESSERE MAFIOSO, RESTÒ SOLO UN PADRE DI FAMIGLIA, E MORÌ DA PADRE. LO RICORDO COSÌ»

“E le pare possibile che con i mezzi che ci sono un uomo possa sfuggire alla cattura, magari continuando a nascondersi in Sicilia? Non si può credere al mito del fuggitivo. Le cose sono due: o non lo cercano oppure è protetto da una rete di connivenze”. Così Giovanni Impastato racconta i suoi dubbi sulla latitanza del superboss Matteo Messina Denaro a Paper Project (www.paperproject.it) che lo ha incontrato e intervistato in esclusiva (intervista online da mercoledì 7 luglio) di ritorno da Salina Festival che l’ha voluto come ospite d’onore del Premio CineMareMusica, alla memoria quest’anno di suo fratello Peppino. La Mafia, l’assassinio di Peppino, il ricordo del padre: “Di mio padre ho un ricordo triste ma positivo. Quando seppe che Tano Badalamenti aveva deciso la condanna di Peppino, partì subito per l'America, andò dai suoi parenti, alcuni mafiosi, perché convincessero Badalamenti a ripensarci. Come si vede anche nel film “I cento passi”, come si legge negli atti del processo, una cugina gli chiese come mai si trovasse negli Usa e lui rispose: ‘Prima di uccidere Peppino devono uccidere me’. Ritornò da quel viaggio con una cravatta, un regalo degli americani a Badalamenti. Era un avvertimento: ‘Annulla la sentenza su Peppino o rimarrai strozzato’. Badalamenti rifiutò il regalo, e da lì mio padre capì che era la fine, che la mafia americana non aveva influenza su quella siciliana, restavano solo gli affari. Con quel tentativo mio padre smise di essere mafioso, restò solo un padre di famiglia, e morì da padre. Lo ricordo così”. La trattativa Stato-Mafia: “Le trattative tra lo Stato e la mafia ci sono sempre state, da Portella della Ginestra, che considero la prima strage di Stato, in poi. Le dico di più: io non credo che la mafia sia l'anti Stato, come si dice spesso, io credo che la mafia sia allo stesso tempo contro lo Stato e dentro lo Stato”. Mai pensato di mollare perché stanco o minacciato? “Non ho mai pensato di fermarmi, ma di rallentare un po' o di non fare l'eroe solitario per evitare rischi quello sì. Fermarmi non sarebbe stato giusto nei confronti di Peppino e delle persone che credono in lui”.

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Francesco Bizzini
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