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GIANNI FARINA (PD): INTERROGAZIONE URGENTE AL MINISTRO BONINO SULLA CHIUSURA DEI CONSOLATI

“La notizia, alle porte di agosto, della chiusura di altri 13 consolati italiani mi ha indotto a presentare un’interrogazione urgente al Ministro Emma Bonino. Continua lo smantellamento della rete consolare senza che gli organismi elettivi dell’emigrazione e le commissioni Esteri del Parlamento ne siano preventivamente informati. Tra l’altro, il Ministro Terzi, a nome del Governo, si era impegnato per una moratoria e una preventiva consultazione, che sono state disinvoltamente eluse”.

Sono queste le parole con cui l’on. Gianni Farina ha annunciato un’interrogazione urgente in aula sulla questione dell’ulteriore mutilazione della rete consolare, presentata al titolare del Ministero degli esteri.

“I cittadini italiani all’estero di vecchia e recente emigrazione – ha proseguito Farina – negli ultimi anni hanno sentito declinare fino alla stanchezza queste espressioni: riordinare, ridisegnare, rivedere, aggiornare, ammodernare. Con quali esiti? Solo smantellamento e costante riduzione della rete dei servizi. In questo percorso di regressione, le maggiori “attenzioni” del MAE si sono concentrate – e non è la prima volta – sulla Svizzera: Neuchatel, Sion e Wettingen, dopo la chiusura di Losanna e Coira, fatta sciaguratamente dal Governo Berlusconi. Nella precedente occasione. la centrale e importante Losanna fu chiusa, dopo avere trasferite le funzioni a Ginevra, creando disfunzioni e appesantimento di lavoro, di cui il personale oggi è il primo a lagnarsi. E per degno contorno, si chiudono le porte a Tolosa, centro all’avanguardia delle ricerca aerospaziale europea, dove per altro sono presenti tanti nostri ricercatori, e a Mons, cuore di quello che fu un insediamento di lavoro italiano tra i più importanti d’Europa.

Al Ministro Bonino chiederò, con tutta la forza di convinzione di cui sono capace, di riflettere su queste azioni avventate, di sentire i rappresentanti degli italiani all’estero e gli eletti della circoscrizione Estero e di concordare una linea di serio riordino, che non significa smantellamento. Non c’è prevenzione da parte nostra, ma solo conoscenza dei dati reali. Se si vogliono chiudere alcune sedi in Svizzera, ad esempio, si riaprano i consolati di Losanna e di Coira, tenendo comunque presente che i cittadini italiani all’estero sono cittadini come tutti gli altri, quindi in diritto di avere i servizi di cui hanno bisogno.

Il Paese vive momenti di acuta difficoltà e non può permettersi di privarsi dei terminali più utili per la sua internazionalizzazione. Non una difesa corporativa, dunque, ma una visione strategica degli interessi nazionali e un coerente uso dei pochi strumenti che abbiamo a disposizione.

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