Decreto del fare: il presidente Alpa in audizione in commissione giustizia della Camera: “Stralciare le norme relative alla giustizia; centralità  del Parlamento; le osservazioni del Consiglio Nazionale Forense”

Il presidente Guido Alpa è stato sentito mercoledì 3 luglio in audizione in commissione giustizia della Camera sul Decreto “del fare”.
Prima di entrare nel merito delle osservazioni del CNF sul testo del decreto legge, il Presidente ha rappresentato alla presidente della Commissione, Donatella Ferranti (PD), e ai deputati, la delusione dell’Avvocatura con la quale era stata appresa la notizia dell’avvenuta approvazione in Consiglio dei ministri del testo del decreto legge, senza alcun coinvolgimento della classe forense nella predisposizione delle norme nonostante gli impegni in questo senso assunti dal ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri.
Alpa ha ribadito la ferma volontà dell’Avvocatura di impegnarsi alla individuazione di soluzioni condivise per migliorare lo stato della giustizia in Italia,e alla migliore amministrazione della macchina giudiziaria, anche con risorse proprie. Per questo ha chiesto lo stralcio di tutte le norme in materia di giustizia del decreto legge “del fare” per provvedere a un disegno di legge organico o, in subordine, provvedere a modifiche sostanziali del decreto legge “del fare”, abrogando le norme non condivisibili e integrandolo con una serie di proposte innovative che prevedono diversi strumenti di risoluzione alternativa delle controversie, efficaci e a costi contenuti, come le Camere arbitrali presso gli Ordini forensi e la negoziazione assistita degli avvocati.
Le Osservazioni e le proposte emendative al decreto “del fare”, illustrate dal Presidente del CNF, sono state depositate a seguito dell’audizione in un articolato Parere, reso ai sensi dell’articolo 35 della nuova legge professionale forense 247/2012, presso la Commissione giustizia.

Leggi il Parere del Consiglio Nazionale Forense-reso ai sensi dell’art. 35, l. n. 247/2012-sul Decreto legge “del fare”

Parere CNF decreto “del fare”-Sintesi per la stampa

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Giustizia, PD,PDL e M5S in linea con l’Avvocatura. Mascherin al Ministero della Giustizia: “approvare subito i parametri forensi”

La centralità del Parlamento sulle riforme in materia di giustizia è un fatto di democrazia.
Su questa premessa di metodo si sono intesi i rappresentanti del CNF, i rappresentanti dei principali partiti di maggioranza PD e PDL e i rappresentanti del Movimento 5 Stelle, a seguito degli incontri che si sono tenuti la scorsa settimana.
Nel fare il punto, il consigliere Andrea Mascherin, nella intervista pubblicata ieri nella Newsletter CNF n. 152, ha posto alcune condizioni perché possa ricucirsi lo strappo con il ministero della giustizia.
Condizioni che hanno a che fare proprio con la condivisione di un metodo, quello del confronto con tutte le parti sociali e del dibattito parlamentare, che è la linfa di un sistema democratico.
Leggi la Newsletter CNF n. 151
Leggi la Newsletter CNF n. 152

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Decreto legge “del fare”: un “guazzabuglio” di norme. Il parere critico del comitato legislazione della Camera dei deputati: sulla mediazione nessuna urgenza

Decreto legge “del fare”: un “guazzabuglio” di norme, disomogenee e molte senza i necessari requisiti di necessità e urgenza, a partire da quelle sulla giustizia.
E’ tutt’altro che un via libera incondizionato quello che il testo del decreto legge “del fare” n. 69/2013 ottiene dal Comitato per la legislazione della Camera dei Deputati, che lo scorso 3 luglio ha approvato un parere piuttosto critico.
Il parere, molto articolato, chiede di eliminare, tra la tante altre, la norma che reca modifiche alla disciplina dell'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione di avvocato, totalmente estranea ai contenuti del decreto “del fare”; e, più in generale, di utilizzare con maggiore appropriatezza la decretazione d’urgenza tenendo conto della Costituzione e della giurisprudenza della Corte Costituzionale, anche relativa alla omogeneità dei contenuti.
Sulla giustizia poi la domanda non è tanto equivoca: cosa c’entra l’urgenza se quasi tutte le disposizioni più significative (mediazione, tirocinio presso gli uffici giudiziari, limiti all’intervento del pm nei giudizi civili presso la Cassazione, individuazione fori per le società residenti all’estero) entreranno in vigore 30 giorni dopo l’entrata in vigore della legge di conversione?
Un conto è l'opportunità “politica” di mettere sotto lo stesso “ombrello”, per di più giustificato da ragioni di necessità e urgenza, una congerie di norme diverse, giustificando l'operazione con il fine teleologico del rilancio dell’economia; altra cosa è la tecnica legislativa, la cui qualità è doverosa oltre a essere elemento di garanzia dell’efficacia delle stesse norme.
Ed il decreto legge, a leggere il testo del parere, in questo fallisce.
Fallisce perché contiene “norme completamente estranee all’oggetto”, con buona pace “della giurisprudenza della Corte Costituzionale, che nella sentenza n. 22 del 2012, richiamando al riguardo quanto già statuito nelle sentenze n. 171 del 2007 e n. 128 del 2008, ha individuato, «tra gli indici alla stregua dei quali verificare se risulti evidente o meno la carenza del requisito della straordinarietà del caso di necessità e d'urgenza di provvedere, la evidente estraneità della norma censurata rispetto alla materia disciplinata da altre disposizioni del decreto legge in cui è inserita>>. Esempio è, cita il parere, tra le altre, la norma che modifica la disciplina dell’esame di abilitazione forense.
Fallisce ancora perché il decreto-legge “non appare nel suo complesso coerente con le esigenze di stabilità, certezza e semplificazione della legislazione: esso interviene infatti su settori disciplinari che hanno formato oggetto, anche in tempi molto recenti, di una profonda stratificazione normativa”.
Fallisce ancora perché “il provvedimento reca numerose norme i cui effetti finali appaiono destinati a prodursi in un momento significativamente distanziato rispetto alla loro entrata in vigore”, come già riferito in materia di giustizia.
Fallisce anche sul piano dei rapporti con le fonti subordinate, visto che  il provvedimento, in più punti, incide mediante novelle oppure modifiche non testuali su discipline oggetto di fonte normativa di rango; e sul piano della corretta formulazione e del coordinamento interno al testo, tenendo conto del fatto che il provvedimento si rapporta alla normativa vigente procedendo in più occasioni mediante richiami effettuati in forma generica o con rinvii normativi effettuati in maniera imprecisa o, infine con clausole abrogative formulate in modo generico o inappropriato

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Ecco la lettera dell’Avvocatura pubblicata sui principali quotidiani nazionali

Il 5 luglio sui principali quotidiani è stata pubblicata la lettera che il presidente del CNF Guido Alpa, nella piena condivisione dei presidenti degli Ordini distrettuali, Cassa forense e Oua, ha mandato al ministro della giustizia Annamaria Cancellieri per spiegare le ragioni per le quali l’Avvocatura ha deciso di non partecipare all’incontro del 3 luglio, dopo le ripetute uscite del Guardasigilli ritenute offensive per l’Avvocatura e anche in relazione alla sua mancata consultazione preventiva sulle riforme in materia di giustizia. Ecco la lettera.

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Più vicina l’adesione della Unione europea alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Il Ccbe plaude agli sviluppi registrati in sede di Consiglio d’Europa e in Ue

Con l’adesione della Unione europea alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, i cittadini europei avranno maggiori tutele anche nei confronti delle istituzioni della Ue.
Lo sottolinea il Ccbe, la rappresentanza degli Ordini forensi dei paesi membri alla quale partecipa anche il CNF, che plaude ai progressi registrati dal percorso di avvicinamento tra i due organismi europei, Consiglio d’Europa e Unione europea.
Il Ccbe ricorda che il Consiglio europeo Giustizia e affari interni della Ue, lo scorso 6 e 7 luglio, ha preso atto con soddisfazione della proposta di accordo tra i 47 paesi membri del Consiglio d’Europa ( che includono tutti i paesi aderenti alla Ue) per l’adesione della Ue alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Ed ha chiesto alla Commissione Ue di stabilire le regole interne per dare implementazione all’accordo.
Con l’adesione della Ue alla Carta europea dei diritti fondamentali, i cittadini europei potranno adire la Corte europea dei diritti dell’uomo, una volta esauriti i rimedi domestici, per le violazioni dei diritti da parte delle istituzioni comunitarie.
“La promozione della rule of law, i diritti umani, i principi democratici e il diritto di accesso alla giustizia dei cittadini della Ue troveranno un valido supporto in questa adesione”, commenta il vicepresidente del CNF Carlo Vermiglio, capo delegazione CNF al Ccbe.

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Lo scontro con il Guardasigilli e le proposte innovative del CNF sulla giustizia: la voce dell’Avvocatura sui media

La settimana scorsa, l’attenzione di stampa e Tv è stata catalizzata dalla tensione tra Avvocatura e Ministro della Giustizia. Molto correttamente sono state riportate le ragioni della rinuncia del CNF e delle altre componenti istituzionali e politiche a incontrare il Guardasigilli. Gli articoli di stampa hanno dato anche conto delle proposte del CNF, consegnate in commissione giustizia alla Camera. Sul web anche i resoconti degli incontri che il CNF ha avuto con i partiti di maggioranza PD e PDL e M5S. Oggi i quotidiani hanno dato spazio alla protesta dell’Avvocatura e alle parole del consigliere segretario Mascherin

Rassegna stampa CNF non incontra il ministro

Leggi la Rassegna stampa WEB CNF non incontra il ministro

Leggi la Rassegna Proposte CNF su Giustizia

Rassegna stampa Lettera al Guardasigilli

Leggi la Rassegna stampa La protesta degli Avvocati

Il vicepresidente Ubaldo Perfetti a 24 Mattina spiega le ragioni dell’Avvocatura circa la contrarietà alla mediazione obbligatoria
Riascolta la trasmissione Radio 24 Causa che pende causa che rende? 8_7_2013

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