La Sicilia non è Italia. Commissione editoria estero della Presidenza del Consiglio esclude la Testata "L’ISOLA" dall’elemosina Ministeriale

Egregia Dott.ssa Ciannella, leggiamo che la nostra testata “L'ISOLA” è stata esclusa, per l'ennesima volta, dal finanziamento per la stampa all'estero senza comunicarci pero' i motivi della sua esclusione….Forse le motivazioni sono le stesse di quelle precedenti : “…in quanto detta pubblicazione non tratta dei fatti italiani e dei problemi dei lavoratori italiani all'estero e dell'emigrazione (…) Detta pubblicazione pertanto non rientra tra i giornali e le riviste italiani pubblicati all'estero…”
Ricordando che la Sicilia e la cultura Siciliana sono parte integrante, e non è esagerato dire basilari, delle vicende italiane, non si capisce, la ratio delle discriminazione palese operata dal Comitato.
Ma chi sono e da dove vengono questi signori che decidono sulla validità o meno di attribuire l'obolo?
Sanno almeno quanti sacrifici costa fare cultura in emigrazione specie quando latita quella ufficiale di governi (?) sempre poco sensibili al tema?
Questi stessi signori hanno mai verificato l'esistenza delle testate alle quali garantiscono l'obolo ministeriale?
Noi, nel prendere atto di questa nuova inquietante decisione, ringraziamo il comitato per avere finalmente chiarito che parlare di sicilia e di emigrazione siciliana non significa parlare d'Italia.
Agiremo di conseguenza.
Francesco Paolo Catania
Consigliere Com.It.Es Bruxelles – Brabante – Fiandre
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Oggetto: Msg. MAE 142146 del 21.06.2013: provvidenze erogate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri a favore della stampa periodica italiana all'estero. Pubblicazioni 2011.
Signori Redattori,
con il messaggio citato in oggetto, Il Ministero degli Esteri ha testé comunicato che la Commissione per la stampa italiana all'estero, con i contributi erogati dalla Presidenza del Consiglio come da Legge 416/1981 art.26, DPR 48/1983, Legge 67/1987 e Legge 62/2001, ha deliberato, nella seduta del 25 marzo u.s., l'ammissione al riparto delle providenze per il 2012 delle seguenti testate.
– L’ARALDO di Renato Cipriani – € 10.255,41
– Belgio FLASH del Movimento Cristiano Lavoratori – € 8.099,91
– Eco Del Belgio di Rosario Nocera – € 9.656,54
– Presenza Comunitaliana di Giuseppe Piccoli – € 8.139,71
Si comunica inoltre che la predetta Commissione ha deliberato nella medesima seduta l'esclusione della testata “L”ISOLA” dal riparto delle predette provvidenze.
Si fa presente altresi' che, in attesa che venga perfezionato il Regolamento attuativo del Decreto Legislativo n.63 del 28.05.2012, le domande di contributo 2012 presentate dalle predette Testate verranno conservate agli atti di questa Sede fintanto che l'Ufficio II della DGIT del MAE non impartirà nuove istruzioni in merito.
Nel ringraziarvi per l'attenzione, vogliate gradire i miei più cordiali saluti.
Dott.ssa Filomena Ciannella
Capo Cancelleria Consolare
Ambasciata d'Italia a Bruxelles
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Lo sapevamo
Siamo alle solite, non è che ci contassimo più di tanto, ma si ripete il vecchio ostruzionismo istituzionale e centralista nei confronti della nostra testata, scomoda, certamente non allineata alla vulgata corrente, che premia invece l'informazione edulcorata, partigiana, politicamente – come si dice ora – corretta. Notizie che non devono perturbare le coscienze ma servono, e si obbligano, a presentare su un letto di rose la situazione politica, finanziaria e sociale di questo paese proprio per dimostrare che poi… non è che stiamo messi tanto male.
Se a tutto questo ci aggiungiamo la linea ideologica dell'ISOLA, che da anni si batte per l'applicazione dello Statuto di Autonomia, disatteso proprio da queste Istituzioni centrali sin dal 1946, e se ci aggiungiamo poi che questa rivendicazione ha raggiunto una tanto desolata delusione da costringerci ad alzare i toni verso una reale ed effettiva autodeterminazione della “terra impareggiabile”, come unica possibilità di riscatto, il cerchio può anche quadrare e l'ostruzionismo istituzionale ci può anche stare, ma non giustificare.
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La contraddizione dell'Europa
Ormai che l'Europa è misura di tutto, ad ogni osservatore più attento non può sfuggire il livellamento verso il basso delle scelte operate e la mancanza di un progetto comune, non solo nell'attuazione di politiche unitarie, ma nell'identificazione di scelte opportune.
L'Europa è avvertita oggi con fastidio dal cittadino, lontana e impegnata in discussioni che rimangono nella inutile sfera di una “palestra” verbale, e per di più limitata, se si pensa che ogni gruppo politico per assegnare il tempo di parola, deve limitare ai 2 minuti di tempo massimo ogni intervento, per soddisfare le richieste delle varie delegazioni e non accendere focolai di insoddisfazione già nel suo interno.
Paradossalmente sono i gruppi minori, proprio perché costretti ad esprimere un solo oratore, alla fine quelli che riescono ad esprimere una posizione unitaria e non contraddittoria nella serie infinita degli interventi in Aula, che non servono proprio a niente.
Ogni mese, con una puntualità stabilita già l'anno precedente con una discussione tra i gruppi che appare una discussione semplice, senza contrasti – ma che poi necessita dell'intervento del Presidente del Parlamento europeo (oggi lo statista Schultz..) per definire se in tale mese si dovrà iniziare il lunedì 4 o quello successivo – questa Assemblea che ogni cinque anni gli europei sono chiamati a rinnovare per eleggere i rappresentanti del proprio Paese, si sposta armi e bagagli verso Strasburgo, capitale dell'Alsazia con un dispendio di fondi calcolato in centinaia di milioni di euro, e questo mentre il Consiglio riduce pensioni e modifica pesantemente gli organigrammi funzionali.
A Bruxelles per tutto il mese, con la pausa delle missioni interne ai gruppi o alla definizione delle relazioni da presentare in Aula, ad ogni vigilia di Plenaria, si scatena, da parte delle “maestranze”, una vera e propria lotta per essere inseriti nell'organigramma di Strasburgo, decisione che porta qualche soldino in più, che non fa male (oltre 1000 euro per un'attività lavorativa che inizia alle 17.30 del lunedì e si conclude alle ore 13 del giovedì successivo con fuga precipitosa sulle auto di servizio, ove disponibili, o sul treno gentilmente e a prezzo stracciato messo a disposizione dalle ferrovie francesi e belga.
Nel frammezzo ci sono cene e pranzi offerti – pantagrueliche le abbuffate di asparagi offerte dal municipio di Strasburgo ai poveri rappresentanti del PE – attività umane nell'uranio dell'Europa inarrivabile.
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