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L’estate giallo-esistenziale di Einaudi

Il romanzo della rabbia di oggi, assoluta e senza rimedio, dei sentimenti, delle solitudini, dell'incertezza di oggi, con al centro la sua eroina, Grazia Negro, che non è più la stessa, perché è stanca di sentir parlare e dover inseguire assassini atroci e seriali. “Il sogno dio volare” è l’ultimo giallo di Carlo Lucarelli, ambientato a Bologna, ma con un excursus nell’aquilano, fra Galascio e dintorni, dove uno spietato killer è spinto ad uccidere dalle note di una canzone, Il sogno di volare di Andrea Buffa, brano che racconta di extracomunitari e di morti sul lavoro. Dopo il fallimento cinematografico de “ L’Isola dell’Angelo Caduto”, tratto dall’omonimo suo omanzo, presentato fra i fischi al Festival di Roma e semplicemente orribile, Lucarelli torna alla scrittura e fotografa, con bravura, la rabbia: il sentimento che meglio rapprsenta il nostro disagio quotidiano, un’ira cieca per le ingiustizie, per le cose che non funzionano, che esplode spesso in modo devastante. Eroina antieroica e molto marlowniania, è Grazia Negro, ispettore dell’antimafia, una vecchia conoscenza, quella che ha risolto il caso dell’Iguana e di Pitbull, un personaggioche emana l’idea di fallimento di Chandler convertito al femminile, con una onestà ed un rigore morale che sembrano sempre più vacillanti. Qui da la caccia a un uomo-cane, un serial killer che sbrana le sue vittime e che fa tremare i polsi, soprattutto perché nel frattempo è diventata madre e non si riconosce più in una società sempre più immorale.
Edito parimenti da Einaudi “I bastardi di Pizzofalcone” il nuovo romanzo di Maurizio De Giovanni, con una squadra investigativa formata da persone scomode, aglii ordini del commissario Palma, che deve indagare su una donna facoltosa trovata con il cranio fracassato, una ragazza bellissima segregata in casa che non vuole denunciare la sua situazione e strani suicidi che da 10 anni avvengono senza smettere mai. Il tutto mentre l’inverno non vuole lasciare spazio alla primavera, purificando così un’intera comunità reclusa esternamente e nel suo interiore.
Sempre per lastessa grande casa torinese e dopo “Ksenia”, Massimo Carlotto e Marco Videtta proseguono il filone della vendetta con “Le vendicatrici. Eva”, dove si racconta di una donna improvvisamente lasciata dal marito, in balia del peggiore strozzino di Roma. Eva, la protagonista, ha sempre perdonato, fin troppo buona, ma si sa che con le persone troppo buone, quando si arrabbiano, è meglio non averci a che fare.
Completa l’estate in giallo di Einaudi: “La ricetta dell’assassino”, di Anne Holt, dove uno dei cuochi più rinomati di Oslo, Brede Ziegler, viene ucciso per ben 2 volte, una con un coltello da cucina, la seconda con un farmaco in dose letale. Ziegler aveva tutto nella vita e forse proprio per questo aveva diversi nemici. Sul caso indaga l’ispettore Billy T. e la squadra Omicidi, eppure il caso si rivela più complesso di quanto sembri. Ci vorrebbe Hanne Wilhelmsen per sbrogliare la matassa, eppure, ancora in lutto per la morte dell’amata compagna e indecisa se cambiare vita o continuare a fare la poliziotta per tutta la vita, anche per lei il giallo assume anche tinte esistenziali.
Nel 2009 la casa fodada da Giulio, nel novembre del 1933, ormai divenuta Mondadori (e quindi, di fatto Berlusconi), sembrò riscoprire il vintage book e, in un paese dove si legge poco, dopo il successo della riedizione della Medusa, propose (con Repubblica ed Espresso) dei gialli classici del 1929 , in un amarcord grafico tanto per darsi un tono di editore di cultura di sinistra o forse per dimostrarlo o ancora (come direbbe Jep Gambardella dopo troppi jin tonic) per un po’ di snobismo tradizionalista, ma con una totale mancanza di Calvino e Ginzuburg. Questi gialli nuovi, invece, sono una produzioone onesta e molto più convincente.

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