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Donne uccise. Non sempre si tratta di femminicidio

Attenzione a non parlare di femmincidio a sproposito, come ha fatto qualcuno riguardo a due tremende notizie di crimini efferati contro donne. La prima è quella della donna massacrata di botte e poi rinchiusa in un sacco dell’immondizia. Se fosse stato un uomo al suo posto e non una donna è probabile che l’aggressore avrebbe agito alla stessa maniera. Gli investigatori, infatti, escludono il movente passionale. Xhuli Toska, albanese di 28 anni, è stata selvaggiamente picchiata perché non voleva che l’amica, con cui divideva la casa, lasciasse il giro della prostituzione del quale anche lei faceva parte, e si rifacesse una vita con l’uomo che amava. L’uomo che l’ha uccisa, massacrandola di botte davanti alla figlioletta di quattro anni, non si sentiva il padrone della donna, non la riteneva una “cosa” di sua proprietà, e per questo non si può parlare di femmincidio. L’altra notizia è quella di Ciro Ciccarelli, con precedenti per droga (considerato tossicodipendente), che ha ucciso la madre a calci e a pugni, perché si è rifiutata di portargli un bicchiere d’acqua. Per lo stesso motivo l’uomo avrebbe potuto uccidere il padre o un fratello.

Attilio Doni

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