(Manuale che vale non solo per Grillo)
Premetto di non essere un cultore del “grillismo”, ma un semplice osservatore dei suoi movimenti attraverso i quali egli si propone i suoi obiettivi che, almeno a mio avviso, soprattutto per quanto riguarda la necessità di un forte “repulisti” dell’attuale classe politica essi mi trovano perfettamente d’accordo, io giudico Grillo come uno dei più efficaci e strategici personaggi della recente politica italiana.: il successo macroscopico ottenuto alle politiche che altro è se non il frutto di una strategia che ha coinvolto un po’ tutti e…stravolto l’attuale sistema ?
Penso anche che, a parte gli “addetti” al mantenimento-conservazione di posizioni già acquisite con stratagemmi più meno onesti che vedono l’Italia come il Paese che in seno al parlamento certifica un…guinness della delinquenza che, non ci sia stato un solo elettore, alle politiche, che non abbia fatto un pensierino mirato a mettere una crocetta sul simbolo del M5S ….io, per esempio, sono uno di quelli che, prima del voto alle politiche, ha fatto il seguente ragionamento: “ voto il Pd come una volta solo perché l’incertezza di un movimento appena nato come il M5S potrebbe determinarmi qualche sorpresa dovuta all’inesperienza, all’incapacità da parte di neofiti della politica ecc.ecc..” Ho sbagliato, ho fatto giusto, non lo so ed ancora non ho elementi per dire di aver optato davvero per il male minore…” Di una cosa sono certo e cioè che, se per paradosso le….amministrative recenti fossero state politiche come quelle del febbraio scorso, Beppe Grillo forse avrebbe raddoppiato i consensi.
Molti hanno confuso la strategia di Grillo and co. con mancanza di democrazia interna: nulla di più sbagliato ! Egli infatti, aprioristicamente conscio che la sua base non fosse all’altezza, ha preferito fare tutto da se, facendo apparire alla pubblica opinione di essere come…Berlusconi che impartiva il menù politico da Arcore. In questo però c’è una differenza sostanziale: Grillo voleva e vorrebbe ancora fare gli interessi del popolo italiano, mentre Berlusconi aveva ed ha gli occhi puntati verso i suoi interessi personali e dei suoi accoliti con i quali ha costruito una vera e propria oligarchia, di cui l’Italia ne sta patendo le conseguenze di fame, di suicidi, di fallimenti e di immoralità civile e giudiziaria.
Dove sbaglia Grillo ? In primis, giudicando la classe politica attuale composta solo da …cani e porci e, contestualmente, offendendo in maniera nauseante e ribrezzante anche le persone per bene (caso Rodotà docet !)
A questo punto il futuro per Grillo, almeno a mio avviso, si presenta molto e molto discutibile.
Atteso che, risalire dal deludente risultato delle amministrative per avvicinarsi quanto meno al risultato delle politiche: un’impresa ciclopica (con le amministrative infatti si è mangiato tutto l’ottimo risultato di febbraio 2013), a Grillo non resta altro se non :
1) dialogare con coloro che egli ritiene meno “colpevoli” di aver portato l’Italia alla rovina, magari spiegando apertamente ed umilmente alla pubblica opinione questa sua necessità di un dialogo che non avrebbe mai voluto;
2) cambiare subito strategia della comunicazione optando soprattutto per le varie emittenze televisive che, in questo momento, andrebbero a ruba pur di averlo dopo i suoi perentori ed assoluti dinieghi, ed anche in questo caso, spiegando agli Italiani che la sua è stata una strategia che ha dato i suoi buoni frutti;
3) usare un po’ di educazione, almeno verso le persone per bene in quanto non si può fare di ogni erba un fascio;
4) confessare apertamente perché sin qui egli non ha voluto usare i canali mass-mediatici tradizionali, circostanza che, stante il risultato ottenuto alle politiche, forse oggi verrebbe capita in toto.
Di certo, per Grillo, altra via da percorrere non esiste. A meno che egli non voglia buttare a mare tutto il suo lavoro pregresso, senza prendere atto che – come mi piace spesso dire – che un bilancio, nelle sue varie poste, presenta l’attivo, ma anche il passivo.. Passivo che, in questo caso, per Grillo, si identificherebbe con il pregresso “marpionismo” della politica che, giustamente va buttata a mare.
ARNALDO DE PORTI