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A Bologna la scoperta che la cura dell’ Alzheimer forse risiede nel nostro intestino

La vice responsabile dell' Italia Dei Diritti per l' Emilia Romagna: “Stiamo parlando di una possibilità non remota, offertaci oggi, e da salutare con grande orgoglio, di fare un decisivo passo avanti nella messa in atto di sperimentazioni mirate che possano offrire finalmente strumenti efficaci con i quali affrontare più serenamente patologie gravissime e sempre più diffuse come l' Alzheimer, insieme alle altre non meno devastanti malattie a carattere neurodegenerativo. Un dono di certo prezioso ed una speranza in più per tante, troppe famiglie nel mondo, imprigionate nella sofferenza e impotenti nei confronti di sintomi inarrestabili, che non perdonano e si portano progressivamente via i propri cari”

Bologna, 31 maggio 2013 – La scoperta è frutto degli studi di un gruppo di ricercatori dell' Istituto Superiore di Sanità e dell' Alma Mater di Bologna, un progetto interamente italiano che vanta la collaborazione di ricercatori afferenti al Dipartimento del Farmaco dell' Istituto Superiore di Sanità con gli studiosi del Dipartimento di Biotecnologie e il Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche dell' Università di Bologna. Gli esiti di tale ricerca sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Plos On, e da questi è emerso che probabilmente la cura della diffusissima e grave patologia dell' Alzheimer risiede in una comune tossina prodotta da un batterio del nostro intestino, denominato Escherichia coli. Se così fosse, attraverso una singola dose della tossina CNF1 i sintomi neuroinfiammatori che compaiono con il progredire della malattia potrebbero arrestarsi e regredire progressivamente. Le sperimentazioni sui topi hanno dato buon esito, pertanto si spera di proseguire con ulteriori passi avanti. E' stato infatti evidenziato che l' impiego del CFN1 contribuisce a stimolare la plasticità cerebrale e le capacità cognitive in topi sani, così come sottolinea la stessa coordinatrice dell' ISS Carla Fiorentini, con particolare riferimento alla Sindrome di Rett, malattia rara del neurosviluppo. A sostegno della coordinatrice e dei risultati degli studi in oggetto, si muovono anche Gabriele Campana e Roberto Rimondini, coordinatori del gruppo dell' Università di Bologna, i cui studi hanno dimostrato, attraverso il ricorso al CFN1, di ” poter contrastare importanti sintomi neuroinfiammatori comuni a molte malattie neurodegenerative, inclusa l' Alzheimer, per la quale non esiste cura”. Si apprende che lo studio pre – clinico ha già dato vita ad un brevetto internazionale, pertanto si spera di poter presto procedere con una sperimentazione sull' uomo.

Luana Cinti, esponente dell' Italia Dei Diritti e vice responsabile per l' Emilia Romagna, in merito dichiara: ” Siamo di fronte ad un nuovo, significativo traguardo della medicina, frutto ancora una volta del talento e dell' impegno di un team affiatato di ricercatori italiani, spinti dalla volontà di contribuire al progresso della medicina, a favore e per il bene di tutti noi. Stiamo parlando di una possibilità non remota, offertaci oggi, e da salutare con grande orgoglio, di fare un decisivo passo avanti nella messa in atto di sperimentazioni mirate che possano offrire finalmente strumenti efficaci con i quali affrontare più serenamente patologie gravissime e sempre più diffuse come l' Alzheimer, insieme alle altre non meno devastanti a carattere neurodegenerativo. Un dono di certo prezioso ed una speranza in più per tante, troppe famiglie nel mondo, imprigionate nella sofferenza e impotenti nei confronti di sintomi inarrestabili, che non perdonano e si portano progressivamente via i propri cari. Non possiamo che difendere l' attività di ricerca condotta anche e soprattutto in ambito sanitario da parte dei ricercatori nel nostro Paese, affermando l' importanza di un supporto reale ed effettivo che coinvolga le Istituzioni e sia il punto di partenza di sempre nuovi interventi in onore e per lo sviluppo della ricerca in questo e negli altri campi, all' interno dei quali prestano la propria opera tanti giovani motivati che abbiamo il compito di aiutare e sostenere. Siamo dunque chiamati ad essere promotori ogni giorno della tutela della ricerca e del suo valore, affinchè una scoperta non resti soltanto una speranza, ma al contrario si tramuti con maggior facilità in un risultato e pertanto in una vittoria per l' umanità”.

Ufficio Stampa Italia Dei Diritti Emilia Romagna

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