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Femminicidio. In che cosa può consistere la prevenzione se non soprattutto nell’educazione?

Alla buon’ora! L’Aula della Camera ha dato il via libera unanime alla ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa su “prevenzione e lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica”, siglata a Istanbul l'11 maggio 2011. L’approvazione è stata accolta da un lungo applauso. I sì sono stati 545. Data da ricordare questa del 25 maggio 2013. E’ anche il giorno del funerale della ragazza di sedici anni, Fabiana Luzzi, accoltellata e bruciata dal fidanzato geloso. Lo sventurato, per dirla col Manzoni, fidanzato geloso. Per far comprendere ai nostri politici la necessità di questa ratifica, ci voleva forse la morte orribile di quest’altra martire. E tante ancora saranno le vittime, se non saranno presi provvedimenti seri, efficaci. Prevenzione e lotta. E in che cosa può consistere la prevenzione se non soprattutto nell’educazione? Qualcuno avrà mai spiegato a quello sventurato sin da piccolo, che una persona non è mai nostra proprietà, e tanto meno la persona amata? Prevenzione, promuovendo “la concreta parità tra i sessi, rafforzando l'autonomia e l'autodeterminazione delle donne”. E come può avvenire questo se non soprattutto attraverso l’educazione? “Continua lo splendido lavoro che hai fatto facendo crescere la petizione: La relazione tra i generi diventi materia di studio nelle scuole!”, mi scrive Avaaz.org. A me, però, il raggiungimento di 55 firme dopo sei giorni, non mi sembra uno splendido lavoro. Troppi uomini e troppe donne non comprendono appieno la gravità di ciò che sta accadendo nel nostro Paese.

Renato Pierri

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