L’associazione toscana di Cordoba, Argentina, ha deciso di innovare e iniziare una nuova esperienza didattica tramite l’utilizzo delle favole dell’autore italiano Giampiero Pierotti per insegnare la lingua italiana ai bambini

La prima favola scelta è stata “Scarpe”, semplificata e adattata affinché i giovani discendenti potessero capire perfettamente la tematica e partecipare alle attività proposte. Per stimolare ancora di più i piccoli allievi, è stata organizzata una call conference tramite Skype con l'autore che ha spiegato con pazienza e attraverso un linguaggio agile e chiaro, le sue idee sulla favola, i personaggi e il morale che intendeva trasmettere.

L'esperienza si è dimostrata così positiva e ricca che la coordinatrice didattica dell'Associazione Dante Alighieri, Prof.ssa. Mónica Méndez e la Prof.ssa. Adriana E. Tabares hanno deciso di utilizzare le favole anche per insegnare le classi di adulti e adolescenti.

Anche questa volta hanno ripetuto la magnifica esperienza di dialogo con l'autore al quale hanno potuto fare domande e raccontare le proprie idee sui racconti

Dopo l’Italia e l’Argentina, il progetto “Favole di ogni giorno” arriva in Brasile. La tappa è una scuola di Santa Caterina dove il libro di Giampiero Pierotti è diventato materiale didattico d’italiano per i bambini.

“Non avrei mai pensato che queste favole attraversassero l’oceano”: con queste parole, sorpreso come un bambino, Giampiero Pierotti, un gioviale pensionato, ex-muratore, spiega come le sue favole sono diventate materiale didattico per imparare l’italiano nella scuola brasiliana. Dopo una vita tra mattoni e cemento, Giampiero ha scoperto una passione per la scrittura.

“In seguito a un evento negativo di un’ingiustizia di lavoro, ho deciso di trasportare i sentimenti in personaggi di favole. Ho iniziato trasmettendo i racconti per radio e ho bussato alle scuole dove ho incontrato migliaia di alunni” racconta entusiasta l’autore del libro “Favole di ogni giorno”.

I racconti sono stati anche messi in scena dalla scuola media Leonardo Fibonacci di Pisa, con l’aiuto del professore Walter Bacellini, dove ha recitato anche Cecilia, una bambina non vedente.

“Il titolo è stato “A modo nostro: le morali non dette”, perché queste favole non sono più mie, appartengono ai ragazzi! Vengono smontate insieme ai professori e poi ognuno crea la sua storia e trae la propria morale secondo l’età, dalla terza elementare fino ai ragazzi di 90 anni”, commenta Pierotti.

L’autore toscano spiega che i racconti hanno diverse chiavi di lettura e che spetta al lettore trovarci quella più adatta alla sua personalità. “Io sono cresciuto con questi ragazzi che incontro nelle scuole e mi meravigliano ogni volta perché hanno un potenziale incredibile, sono liberi di esprimersi” dichiara lo scrittore. Tra le domande che gli alunni gli rivolgono ricorda quella di una bambina che gli ha chiesto se è diventato ricco: “per la società se non fai i soldi non sei nessuno. Se non arrivi in televisione e non sei conosciuto, non esisti. Però io capovolgo questi discorsi e gli dico che non bisogna credere al gatto e alla volpe come nel capitolo di Pinocchio che semina i soldi nel campo dei miracoli. La vita è tutta un’altra cosa perché dipende molto dalla fortuna, ma soprattutto dall’impegno e dalla capacità di proporsi per quello che siamo capaci di fare. Io se non avessi avuto umiltà, non avrei ottenuto questi risultati”.

Lui racconta che faceva il muratore, “un lavoro molto distante dal mondo della cultura e anche dal modo di parlare”.

“Ho frequentato per molti anni vari gruppi culturali, – ricorda – dove mi sono formato, ma erano persone che avevano avuto una cultura diversa dalla mia. Non avrei mai immaginato di poter diventar uno scrittore!”.

Il simpatico e solare Giampiero ha già ultimato il suo secondo libro che andrà in stampa tra poco. All’inizio non è stato facile per l’autore, perché nessuno credeva a questo progetto. Tra le varie soddisfazioni ottenute, Pierotti è stato invitato per 8 anni alla mostra del libro per ragazzi, “Leggere e volare”, ed è anche stato invitato alla Biennale delle Arti di Salerno. Inoltre, il suo libro è stato stampato in braille, una versione per i non vedenti, dalla Regione Toscana.

La sua storia di vita è diventata esempio per i ragazzi che l’autore incontra nelle scuole. “Non bisogna mai abbandonarsi e abbassare la guardia. È una spinta per i giovani a sperare nel futuro, perché non si può solo pensare all’immediato successo. Prima bisogna imparare un mestiere che può essere utile nei momenti difficili, poi se viene il successo ben venga. Perché senza una professione si può essere facilmente alla mercé dei potenti. Io mi propongo di aiutare i più giovani a difendersi dal gatto e la volpe”, sottolinea Giampiero.

Appena scritti i primi tre racconti, Pierotti ha pensato subito alle radio “per far ascoltare le favole al di fuori delle stanze della cultura, per sapere cosa ne pensassero”.

Si è recato subito in sala di incisione per registrare “Scarpe”, “Il viaggio” e “Il falco” in italiano, in inglese, in spagnolo e in francese. Ed è stato proprio questo a determinare l’aggancio con l’Argentina e, tra i futuri progetti, c’è quello di tradurre i testi al portoghese.

L’aggancio per unire il vecchio mondo con il Brasile attraverso le favole è arrivato tramite la rete sociale Facebook, dove Giampiero ha conosciuto la professoressa di Santa Caterina Fabíola Cechinel, con cui ha collaborato per un progetto per diffondere i suoi racconti.

“Il computer – confessa – elimina il tempo e la distanza. Ho cercato di creare una rete come un ragno e attraverso internet ho riscontrato un grande appoggio in Brasile”.

Un altro progetto di cui ha fatto parte Pierotti è stato quello nella scuola Tomé Machado Vieira di Tubarão (Santa Catarina), attraverso il contatto con la dirigente della scuola e la presidente dell’associazione Veneti, Fabiola Cechinel.

Sarà promosso in altre scuole del Brasile e sarà divulgato nelle associazioni italiane in Brasile. Nel suo progetto, le nuove tecnologie e le reti sociali hanno dato la spinta per far circolare le sue favole oltre oceano.

Attraverso Facebook, Pierotti ha ottenuto i contatti con le scuole in America Latina e con Skype è riuscito a parlare con gli alunni. “Io – racconta – sono soltanto un accompagnatore delle mie favole, perché loro vivranno più di me”.

In ogni scuola, Pierotti incoraggia a scrivere favole in italiano, a dare voce agli oggetti che ci circondano, una lavagna che osserva la classe come si comporta, un banco che diventa testimone di quello che fanno gli alunni. Attraverso il cd, il suo libro è diventato libro di lettura nelle scuole del Belpaese e materiale didattico per gli insegnanti brasiliani di Tubarão per corsi d’italiano.

Dopo il successo del primo libro riscontrato nelle scuole, sta già andando in stampa il secondo con favole inedite, tra cui un racconto fantastico di un viaggio di una formica insieme a un’ape per stabilire un gemellaggio tra le due società.

“Inserisco problematiche e fatti che mi colpiscono e che sono stati trasmessi dai mezzi di comunicazione. Mi ispiro a fatti quotidiani attraverso delle allusioni. Faccio parlare gli animali o oggetti che ci circondano che vivono una vita parallela alla nostra” racconta Giampiero.

L’illustratore che ha collaborato alla prima, e sta collaborando alla prossima edizione, Alberto Fremura, livornese, vanta una larga e acclamata esperienza nel settore.

L’autore ci tiene a specificare che le favole non sono autobiografiche. “Io mi calo nelle difficoltà degli altri, però inserisco i problemi che ogni giorno dobbiamo combattere. Il tutto con ironia, non con tristezza, dando voce ai personaggi affinché possano contrastare chi cerca di farla franca”, sottolinea. Il libro è nato nell’85, ma sembra scritto ieri. “Perché – afferma – i problemi che si trovavano allora, si trovano oggi e si troveranno domani. Tutti siamo utili, anche quello che viene creduto il meno intelligente, “lo stupido del paese” in un momento difficile ci può dare una mano. Quindi bisogna rispettare tutti e valorizzare i mestieri, non esistono più gli artigiani, i calzolai, i muratori, i contadini. In questi momenti qui – conclude – Pinocchio non potrebbe essere creato!”.

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