Per una riforma radicale della politica (o un nuovo modo di far politica) occorre che il nuovo governo ponesse come priorita’ il regolamento dei partiti e il finanziamento della politica, abbinandola alla nuova legge elettorale. La ragione per cui il costo delle elezioni in Italia e’ siperiore di 100 volte rispetto all’ Inglielterra, e’ dovuto al fatto che in Inglielterra i rappresentanti sono eletti a livello territoriale collegiale, con un tetto massimo di spesa pubblica (per la cronaca 500 milioni annuali italiani versus i 5 milioni inglesi) Io non capisco perche’ nel nostro Paese non si possa ritornare ad un politica gestita dai cittadini, con le sottoscrizioni e finanziamenti a livello circoscrizionali delle liste elettorali. Allo Stato spetta garantire free comunicazioni ed equali spazi pubblicitari alle liste elettorali nelle circoscrizioni, basterebbe mettere un tetto massimo di spesa pubblica certificata dei partiti post-elettorale, rimborsata dalle regioni. Un finanziamento della politica di questo genere ridurebbe i rimborsi ai minimi indispensabili. In Italia a differenza di tante altre democrazia, esiste anche la questione morale della politica, vuoi in Parlamento, vuoi nell’ amministrazione pubblica. Il problema non e’ l’ immunita’ parlamentare, lodi a difesa delle alte cariche o dimissioni dei presunti “criminali” della politica, ma quello di non farli “entrare” in politica. Qui occorre una leggina dello Stato che regoli i partiti o liste e;ettorali, con cui si vieta la candidatura al cittadino che al momento della sottoscrizioni e presentazione delle liste, risulti avere pendenti giudiziari penali e civili
Carlo Zaga