Da ragazzo ( e da studente) dopo avermi iscritto alla FGCI ( Federazione Giovani Comunisti Italiani) tempo un anno ed ero arrivato alla conclusione” che i frequentatori della Sezione erano tutti comunisti di nome ma non di fatto. Quando decisi di non “cresimarmi “ alla nuova ( per me) “dottrina dei poveri”, qualche amico piu’ politicizzato mi chiedeva, come avrei preferito essere chiamato, io per scherzo ( piu’ che altro) rispondevo: “ Radicalsocialista”.
Adesso scherzi a parte il “radiclasocialismo” e’ il principio fondante della nostra democrazia , esplicato e indirizzato dalla nostra Costituzione, in particolr modo nell’ articolo 2:” La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.” Socialismo per la piattaforma radicalsocialista costituzionale non significa eguaglianza materiale di tutti i cittadini, sta per eguale opportunita’ a tutti: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” E’ chiaro che per garantire pari dignita’ e opportunita’, la Repubblica ( la politica) deve rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale
Se sino ad oggi la Politica ( Governo + Parlamento) non ha saputo e non e’ piu in grado di “monitorare” e “mantenere” l’unità di indirizzo politico ed amministrativo, e’ dovuto al fatto che la piattaforma radicalsocialista appena mensionata, in decenni non e’ stata ben radicata ai dettami fondamentali e inviolabili costituzionali ed e’ ovvio che tutto cio’ su costruito, si e’ dimostrato fragile ed crollato alla prima profonda crisi socio/istituzionale. Crollera’ nuovamente se la Politica non si adegua e segua il “radicalsocialismo” per una reale evoluzione verso la Realdemocrazia
Carlo Zaga