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ALESSANDRO MELUZZI AFFIANCATO DA SALVO NUGNES HA PARLATO AI DETENUTI IN CONFERENZA A SAN VITTORE

Il noto psichiatra Alessandro Meluzzi ha tenuto una conferenza nel carcere di
San Vittore, a Milano, sul tema “Uomo, famiglia e società” con l'organizzazione
del manager Salvo Nugnes, Direttore di Agenzia Promoter, in data Mercoledi' 17
Aprile 2013. Durante l'incontro, che si è svolto dinanzi ai detenuti, Meluzzi
ha evidenziato sagge e lungimiranti riflessioni esistenziali e sociali.

Da uomo di intensa e radicata fede, spiega che la società odierna è la più
opulenta che ci sia mai stata sulla faccia della terra, ma ha una percezione di
scarsità molto elevata. Un tempo, quando c'era veramente una grave precarietà
di mezzi si facevano anche dodici figli per coppia, non per avere braccia da
lavoro, ma per una grande apertura alla speranza. Se l'apertura alla
conversione e alla rivelazione non fa della famiglia una piccola chiesa
domestica, rischia di lasciarci in una buia solitudine. Il naturale fluire
della relazione “io-tu” si dovrebbe aprire al misterioso orizzonte di senso che
l'uomo non può contenere.

E sul concetto di sfida educativa afferma “si cresce in una società
narcisista, spesso colpevolizzante e vittimista, in cui parlare di progetto
educativo sembra impossibile. La sfida educativa con cui le nuove generazioni
sembrano confrontarsi, è la dimensione attraverso cui si costruisce
comunitariamente il senso della vita. La qualità profetica dell'educazione è
sconosciuta, ma va rivelata”.

Meluzzi è fondatore della comunità “Agape Madre dell’Accoglienza” che, è nata
per ospitare in alcune case di campagna, giovani con diverse problematiche, di
tipo psichiatrico, di tossico-dipendenze e disabilità di varia natura. Il
professore dice “questi giovani vengono aiutati e sostenuti da operatori che
cercano di dare loro, attraverso una vita di relazione e fraternità, una
realtà, un vivere e un abitare del tutto normale, affinché queste peculiarità e
queste fatiche di vivere che si chiamano malattia mentale, dipendenza e
disabilità non siano qualcosa che ostacoli in modo definitivo una vita
meritevole di questo nome, ma riescano a colmare questa esplosione che
altrimenti diventa un male nel male

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