LA PROVA DEI FATTI

Siamo più vicini ad un Esecutivo d’emergenza. Anche perché è una necessità per il Paese. Ma non più di tanto. Quando sarà varata la XVII Legislatura, avremo già un nuovo Capo dello Stato. Sarà un compromesso che durerà il tempo necessario per modificare la legge elettorale e, forse, alcuni articoli della Costituzione. La voglia di cambiamento sembra rientrata nei livelli di guardia. Tutto considerato, ci sembra meglio così. Certo è che la Legislatura prossima, supponiamo quella del 2014, avrà una diversa “consistenza” è sarà decisamente più europea che per il passato. La governabilità del Paese avrà una prospettiva meno condizionata e chi non dovesse starci avrà la possibilità di “lasciare” senza compromettere ciò che, invece, si dovrà portare a termine. Da noi, per funzionare a dovere, le cose della politica hanno essere sofferte. Mai lo sono state come in quest’ultimo periodo. Per ora, la fiducia parlamentare sarà d’emergenza. Siamo convinti per l’ultima volta. Dopo la dialettica inconcludente e le sinergie sprecate, ci sarà una nuova realtà nazionale e, di conseguenza, una progressiva ripresa dell’economia nazionale. Per ora, i progetti restano tali; per il futuro, quello più prossimo, avremo nuovi parametri di riferimento e, finalmente, un equilibrio parlamentare basato su numeri più contenuti di quelli ai quali siamo abituati. Con l’imminente elezione del nuovo Presidente della Repubblica, le voci di dissenso si cheteranno per dare, a chi la merita, l’opportunità d’essere più che sembrare. Come abbiamo avuto, più volte, l’opportunità di scrivere, l’equilibrio socio/economico troverà nuovi parametri applicativi con una lenta, ma sicura, ripresa della produttività interna e dell’occupazione. Tra il pessimismo e l’ottimismo, sarà il realismo, finalmente, ad avere la meglio. E, dato che preferiamo, la positività degli eventi, saremmo più che soddisfatti se si raggiungesse, entro la primavera, un più consono metodo di rapportarsi. Sono anni che tutti affermano la necessità di cambiare. Ora il tempo è venuto. Proprio per volontà di quelli che speravano in un’Italia più disponibile al compromesso. Per il resto, che non è poco, è preferibile risolvere i nostri problemi in tempi brevi; anche per evitare la tortuosità di vie alternative che, solo in apparenza, possono piacere ma che, in pratica, non consentono la gestione del Paese. Per scriverla tutta, rimandare non è più possibile. Anche se non è per nulla sicuro che i problemi più pressanti siano ridimensionati entro l’anno. Di fatto, il Paese ha bisogno d’iniziative a brevissimo termine per evitare le “tortuosità” di chi è solo capace di tirare il sasso e nascondere il braccio. Quindi, prevediamo una Legislatura breve, ma con importanti finalità per tutti. La prova dei fatti verrà dopo. Quando sarà un nuovo Potere Legislativo a regolamentare i destini del Bel Paese.

Giorgio Brignola

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