Papa Francesco ha detto: “E' bello che le donne siano le prime testimoni della Resurrezione. Gli evangelisti hanno solo raccontato quello che le donne hanno visto. E' un po' la missione delle donne dare testimonianza ai loro figli e ai nipotini che Gesù è risorto. Questo è anche un segno della storicità dei racconti evangelici, giacché nel mondo ebraico le donne non avevano dignità di testimoni. E se i Vangeli glielo assegnano, vuol dire che il racconto è autentico”. Ancora un passo avanti, caro papa Francesco, sarebbe giusto e necessario per riconoscere alle donne anche il ruolo che hanno i sacerdoti; per non fare una discriminazione che Gesù fu costretto a fare, non potendo in quella società inviare le donne ad “ammaestrare tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (Mt 28, 19). Io sono persuaso che questo papa buono e intelligente sa che Gesù inviò solo uomini “come pecore in mezzo ai lupi (Mt 10, 16), e non donne, poiché si rendeva conto che le donne avrebbero fatto troppo presto una brutta fine. Questo papa buono e intelligente sa anche che oggi non c’è nessuna ragione per negare il sacerdozio alle donne. Lo sa, ma non ha il coraggio di dirlo. Il discorso sull’autenticità del racconto evangelico, a dire il vero, mi sembra un po’ debole. Il fatto che in un racconto ci siano novità rispetto alla storia, non ne dimostrano l’autenticità.
Veronica Tussi