All’ epoca del Regno d’Italia, 2 Giugno 1946, il referendum istituzionale per la Monarchia o per la Repubblica?

Le post-elezioni del 24-25 febbraio 2013 hanno provocato un disastro politico italiano e per riflesso molta preoccupazione nell’area dell’Unione Europea. Accusare che questa situazione si possa addebitarla al periodo precedente legislazione anche se e’ stata interrotta per ben due volte, ovvero una nel mese di novembre del 2011 con il governo Berlusconi, dimissionario e per la seconda volta, l’anno successivo nel mese di dicembre 2012 con il governo tecnico Monti, dimissionario e quindi le inevitabili elezioni indette nello scorso mese di febbraio.
Se ci troviamo a questo punto, dovremmo per onesta’ culturale oltre che politica, rivisitare la storia della Nazione nostra, che dal primo periodo post-bellico dal 1945 al 1948, non riconobbero degnamente la leggendaria monarchia, relativo al Regno di Sardegna dei Savoia, nonche’ dalla loro lungimiranza geopolitica mirata all’Unita’ dell’Italia e supportata dalla Casa Savoia, una della piu’ importanti dinastie in Ueropa, che fu per i patrioti italiani, la piu’ sicura base vera ed operativa all’epoca del Risorgimento.
I Sovrani di Casa Savoia e le loro intense attivita’ diplomatiche, politiche, finanziarie e militari, furono indubbiamente la componente storica per l’Unita’ d’Italia, sospinti dallo spirito d’italiani- ta’ e sostenuti volontariamente dal notevole contributo della societa’ civile ed aristocratica, ma senza nulla togliere all’Eroe dei Due Mondi, Generale Giuseppe Garibaldi ed all’eroismo dei suoi Mille garibaldini, che compirono una delle piu’ fulgide imprese militari, conquistando il ter- ritorio dell’allora Regno delle Due Sicilie, affidandole nelle mani del Re Vittorio Emanuele Vit- torio Emanuele II che lo destino alla Fondazione del Regno d’Italia che uni’ definitivamente la Nazione nostra.
Merita un’obiettiva riflessione al problema istituzionale, economico e sociale per tutti gli Italiani che subirono danni della II Guerra Mondiale, che s’assoggettarono ai nemici dichiarati alla data dell’entrata nel conflitto mondiale datato 10 giugno 1940, poi a seguito dell’armistizio chiesta dall’Italia alle truppe angloamericane firmato il 3 settembre, poi diffusa l’8 dello stesso mese del 1943, dopo tale data, gli italiani socializzarono come segno di spontanea amicizia con tali truppe.
Nel periodo post-bellico dal 1945-1948 si evidenziarono gravissimi danni provocati dalla Guerra perduta e non voluta, con l’Italia costretta a chiedere notevoli contributi e derrate alimentari che all’epoca gli americani chiamarono aiuti Marshall. Per ottenere tali aiuti, gli Italiani offrirono lealta’ e collaborazione a coloro disponibili ad aiutarci, quindi dalla socializzazione si passo’ ad accettare parzialmente il loro sistema politico con al centro la democrazia tendenzialmente capitalista e fortemente consolidata.
Dallo scenario politico dell’Italia repubblicana , si percepi’ sin dall’inizio, relativo al periodo del 1944/1946 gli errori politici e istituzionali. Umberto di Savoia,all’epoca Luogotenente del Regno d’Italia, dopo il ventennio fascista, con la collaborazione di leader politici formarono un governo provvisorio di transizione ed adottarono la democrazia con la partecipazione di partiti di varie tendenze con lo scopo di delineare una nuova linea politica italiana.
Apparentemente non osarono ipotizzare lo sbarazzarasi dell’istituzione monarchica rappresentata da Vittorio Emanuele III di Savoia, sovrano del Regno d’Italia, che sin dalla data del 25 luglio 1943 dimostro’ senso alto di responsabilita’ e l’estraneeta’alla convocazione del Gran Consiglio, in quanto iniziativa politica promossa dai gerarchi del Fascismo, che sfiduciarono l’allora Capo del governo Mussolini.
L’immediata sostituzione di Mussolini, con il nuovo Capo del governo, nella persona di S.E. Pietro Badoglio, Maresciallo d’Italia, che assicuro’ la Germania nonostante la caduta del Fascismo, la Guerra in Italia continuava. Fu una strategia di copertura, affinche’ si avviassero segrete trattative per ottenere separatamente la fine dell’ostilita’ del Regno d’Italia, contro la Francia, Regno Unito e Stati Uniti d’America. Ma alla data del 3 settembre 1943, non ottenne l’armistizio condizionato ed inaspettatamente all’Italia fu imposta la resa incondizionata.
E’ chiaro che Re Vittorio Emanuele III di Savoia, onde evitare il peggio, accetto’ amaramente tale resa, all’epoca fu l’alternativa ultima per salvare l’Italia, il Popolo Italiano e la continuita’ dello Stato. Che piaccia o no, questa e’ la storia vera ed invito a riflettere a coloro che hanno letto parte della storia relativo a quell maledetto periodo storico, affinche’ smettessero d’avere il dubbio od il sospetto che il Re, scelse la scellerata fuga da Roma, ma credette logico ad un ripiegamento strategico per delocalizzare il Quartiere Generale a Brindisi, nel sud del territorio nazionale, mirato ad organizzare il Regio Esercito.
All’epoca dell’armistizio, anche I comunisti e socialisti italiani, ebbero difficolta’ a socializzare con i soldati del Regio Esercito, causata dalle difficolta’ nell’ambito del territorio nazionale del Regno d’Italia, che si realizzo’ con un fatto sorprendente, dopo l’8 Settembre del 1943, la prima Nazione a riconoscere il Regno d’Italia, fu incredibilmente la Russia Sovietica.
Successivamente il Regno d’Italia ottenne lo Status di nazione belligerante e si allineo’ a fianco delle truppe angloamericane. Ed e’ un dovere elogiare con orgoglio il provvidenziale contributo del Regio Esercito con un’altro contingente di soldati, gia’ dislocate nel nord Italia, che si costituirono in formazioni partigiane denominate “Badogliani” che si attestarono sul territorio occupato dalle truppe tedesche di quella che fu la Repubblica Sociale Italiana, tali Badogliani combatterono valorosamente contro le truppe germaniche.
Il Regno d’Italia, nel periodo dal 1945 al 1946 subi’ la pressione di determinati partiti di sinistra e da non escludere le ingerenze straniere, affinche’ il Popolo Italiano per via referendaria, alla data del 2 Giugno 1946 votasse per la Monarchia o per la Repubblica. All’epoca, vinsero i repub- blicani, ma chi accerto’ se ebbero realmente la maggioranza dei voti?
In quel determinato periodo storico, i politici di tendenza socialista e comunista diffusero una montagna di bugie , una loro arrogante strategia elettorale, con lo scopo di denigrare e declassare la Famiglia Reale dei Savoia, consolidata dall’esperienza ultra millenaria ed i repubblicani raccontando menzogne, convinsero piu’ facilmente l’elettorato di quell’epoca, l’utilita’ dell’al- lontanamento della Famiglia Reale, ma ingiustamente in quanto erano noti che i controlli e le verifiche all’interno della Casa Savoia, risultarono rigorosi e fiscali e tali partiti di tendenza repubblicana insistettero anche con paradossali argomenti ai limiti del ridicolo, che a sentire i co- munisti e loro associati, il costo troppo alto per lo Stato Italiano? Gli Italiani di quell’epoca e quelli del tempo nostro, dimenticarono che l’allora Famiglia Reale fondo’ Il Regno d’Italia ed uni’ per sempre l’Italia nostra.
Credere alla democrazia vera, sono d’accordo, ma rifiuto nel modo piu’ assoluto se gestita ai limiti dell’anarchia, e non si puo’ tacere con l’epilogo di un disastro politico e lo testimoniano i fatti di aver annebbiato l’immagine dell’istituzioni e della diplomazia della Nazione nostra e con il tira e molla manifestato da due partiti e da un movimento, tutti e 3 a livello nazionale confermati nella recente consultazione elettorale in contrapposizione, uno contro l’altro.
Ma soprattutto incapaci ad eliminare determinati pregiudizi, in un momento cosi’ grave per l’Italia, attanagliata da circa 6 anni dalla crisi mondiale nel settore dell’economia e senza potere evitare la recessione, che attualmente divora giorno dopo giorno posti di lavoro e le inevitabili chiusure di ogni attivita’ artigianale, commerciale ed industriale che provocano l’aumento della disoccupazione e persone che si suicidano, perche’ non trovano soluzioni ai loro problemi.
Quindi il tutto, potrebbe generare confusione e tensione con il pericolo di evocare una pericolosa situazione civile nella Bella Italia nostra. L’esposizione del quadro politico della Nazione, si percepisce e con ragione, che si sono sviluppate sin dall’inizio della I Repubblica che ebbe a commettere gravissimi errori d’ordine politico valutati e senza alcun dubbio a danni macrosopici se confrontati a quelli che l’Italia subi’ nella II Guerra Mondiale.
Se si dovessero paragonare i costi della gestione relativa la Monarchia d’allora e della Repubblica, dopo il 2 Giugno del 1946, a tale confronto risulterebbe piu’ virtuosa la prima e devastante la seconda. A questo punto credo sia consentita la possibilita’ di riesaminare l’assetto della Pubblica Amministrazione e se necessario, modificare la forma dello Stato. Detto cio’, il popolo e’sovrano, quindi nessuna legge promulgata dallo Stato, quindi non imperativamente eterna, tant’e’ che le leggi e la costituzione, sono gia state oggetto di modifiche.
Probabilmente un giorno non lontano, una possible mobilitazione democratica formata da persone individuali, gruppi, movimenti, partiti ed organizzazioni sociali di orientamento monarchico promuovera’ la raccolta di 500.000 firme e senza alcun ostacolo giuridico sara’ chiesta per via referendaria l’abrogazione dell’art. 139, che recita:”la forma repubblicana non puo’ essere oggetto di revisione costituzionale”. Tale concetto riportatto dalla Costituzione della Repubblica, offende paradossalmente la dignita’ del Popolo Italiano. Si percepisce e non si puo’ negare che l’Italia repubblicana e corrosa nel tempo ed e’ maturata una nuova epoca e vi sara’ lo spazio per un refendum che decidera’ a ridare fiducia alla Monarchia oppure alla Repubblica.
Un pensiero alla amata Patria mia, per conclamare che oggi e non domani, e’ fondamentale la formazione di un Governo politico e forte per la Nazione, che innanzi tutto, sappia tutelare prima gli interessi dell’Italia e poi, pensare a quelli europei.
Boston, 2 aprile 2013
On. Michele Frattallone, president del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo, Inc

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy