Lettera agli italiani nel Mondo

Cari amici,

è mia intenzione condividere con Voi queste poche righe a pochi giorni dalla Santa Pasqua per rinnovare a Voi ancora una volta i miei più sentiti ringraziamenti per la vicinanza, l’affetto e la disponibilità che avete saputo veicolare in queste settimane complesse per il nostro Paese.

Le dinamiche politico-istituzionali di questi giorni stanno di fatto rallentando la definizione di quegli interventi e di quelle progettualità intorno alle quali abbiamo inteso strutturare la nostra missione politica: le palesi difficoltà nella definizione del Governo, aggravate dalla strumentalizzazione di qualche nuovo rappresentante parlamentare che continua a prediligere le urla al dialogo, si sono accostate alla grave impasse politico-diplomatica sul fronte indiano relativa alla vicenda dei due Maro’ e ai deleteri effetti sulla compagine del Governo in carica.

Per quanto riguarda le difficoltà di riorganizzazione del nuovo Esecutivo eravamo ben consapevoli, fin dalle prime battute, del rischio potenziale: la legge elettorale con i suoi limiti e con le sue incongruenze ha alimentato tale vicolo cieco e siamo consapevoli più di prima che la priorità resta quella di riformare quella legge senza se e senza ma.

Ragion per cui appare impraticabile, sotto più profili l’ipotesi di un ritorno alle urne sul breve periodo. Il Paese non è in grado di sostenere il peso finanziario di nuove elezioni in tempi così ravvicinati, e il permanere di una normativa ai limiti della costituzionalità – come quella vigente – rischierebbe di bissare quanto già realizzatosi in queste settimane.

L’impasse indiana invece è apparsa a tutti come lo scenario privilegiato di una strumentalizzazione becera da parte di un certo versante della politica.

A cui, di certo, le decisioni repentine e irresponsabili del Ministro Terzi hanno placidamente prestato il fianco.

Su questo fronte appare inutile rimuginare sugli errori fatti, e accanirsi contro questo o quel referente di Governo.

Quanto apparso a tutti è sicuramente una molteplicità di scelte discutibili che però partono dal 2011 quando il Governo Berlusconi ha inteso legittimare la difesa armata, ad opera dei militari di stato, dei navi private in area a rischio pirateria.

Con questo voglio solo dire che l’invito alla responsabilità dovrebbe coinvolgere tutti i referenti politici in maniera trasversale e collegiale, ma così non sta accadendo.

L’Italia non ha bisogno di disunità e di conflitti sociali, poiché a creare questi ci pensa già una crisi tentacolare e duratura.

La politica dovrebbe fungere da riferimento, da linea guida e non continuare ad essere il terreno di scontro alla conquista di banali e fulminei protagonismi.

Ritengo che sia impensabile in questo momento ragionare con mente lucida e lungimirante su aspetti complessi come quelli attinenti alle relazioni con l’India senza avere una certezza governativa nel nostro Paese, e sono certo che voi condividiate.

Ma in questa fase di stallo istituzionale non intendo rimanere a guardare, ho cominciato a presentare delle proposte di legge e degli atti parlamentari, segnale che urge andare avanti e farlo con consapevolezza e concretezza, perché gli italiani, in patria e all’estero non possono attendere ancora.

In queste ore saremo ben vigili nei confronti delle dinamiche che caratterizzeranno le scelte del Governo e porteremo con forza e consapevolezza le istanze del mondo che rappresentiamo, quello dei connazionali oltre confine, per testimoniare ancora una volta che il nostro progetto più grande è rinnovare l’Italia ed il suo futuro e che per dare concretezza a questo bisogna essere semplicemente responsabili.

Mi auguro che la pace che la Santa Pasqua porta con se sia da faro per quanti, politici, uomini delle istituzioni e della società civile, sono chiamati a servire il Paese nel rispetto di ogni singolo diritto.

Auguri e serenità.

Aldo Di Biagio

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