M5S: “Non abbiamo più fiducia”. Bersani: “Adesso si può, se si vuole”

“Sono vent’anni che ascoltiamo le stesse parole”, afferma la Lombardi. “In vent’anni abbiamo visto programmi elettorali mai realizzati” rincara la dose Crimi. “Siete una grande forza”, replica Bersani che aggiunge: “Adesso si può, se si vuole”, intendendo al cambiamento da proporre insieme, Pd e M5S.

Questa l’estrema sintesi dell’incontro avvenuto ieri tra il leader del Pd Bersani – incaricato da Napolitano per le consultazioni per la formazione del nuovo Governo – e la delegazione del Movimento Cinque Stelle formata dai due capigruppo alla Camera e al Senato, rispettivamente Roberta Lombardi e Vito Crimi.

Un incontro per certi versi storico, che ha visto da una parte un politico di lungo corso come il segretario del Partito Democratico e dall’altra i novelli della politica italiana, figli ed espressione diretta della nostra società.

È Bersani che avvia il dialogo con i giovani rappresentanti e lo fa subito guardando all’Europa, all’importanza di riacquistare credibilità, ma anche ripartendo dai delicati e gravi temi interni alla nostra politica, come la corruzione e l’annoso conflitto d’interessi. “Austerità e recessione mettono in difficoltà anche democrazie rappresentative”, afferma Pierluigi Bersani che, guardando in casa nostra ha poi proseguito: “Ci siamo adoperati per ricercare tutte quelle norme per approntare una terapia d’urto sul tema della corruzione, sul tema dell’antimafia, sul conflitto d’interessi. Io ce l’ho tutte queste norme, le posso fare”, sostiene con fermezza il segretario pidiessino. Cerca di essere persuasivo il leader incaricato di formare il nuovo governo e, dopo aver detto che ‘’solo un insano di mente avrebbe la fregola di governare il Paese in questo momento’’, dichiara di sentirsi pronto a prendersi questa responsabilità enorme, chiedendo, allo stesso tempo, a ciascuno – ma l’interlocutore in quel momento è il M5S – di prendersi un pezzettino di quella responsabilità.

La prima a rispondere, è il capogruppo alla Camera, Lombardi. “L’ho ascoltata e mi è sembrato di assistere ad una puntata di Ballarò” esordisce lapidaria la giovane parlamentare stellata. La stessa afferma che “noi siamo quegli ‘insani di mente’ pronti a governare” perché loro hanno un progetto politico a 30 anni per questo Paese. Lombardi aggiunge poi che “siamo disposti a prenderci le nostre responsabilità come cittadini, riprenderci quella sovranità popolare che la Costituzione ci ha riconosciuto. Pronti a riprenderci il nostro Paese perché abbiamo la credibilità per farlo, perché noi non abbiamo parlato delle stesse cose per vent’anni senza realizzarle”. Tra i due esponenti del Movimento, la Lombardi sembra quella più agguerrita, nonostante il tono dimesso, quella più categorica.

Poi è il turno di Crimi. Il capogruppo al Senato dei grillini inizia con un approccio più soft della sua collega di partito. “Le proposte fatte (riferendosi a quelle di Bersani, ndr), qualora dovessero essere portate in aula, troverebbero il nostro consenso, perché pienamente condivisibili”. Ma traccia una netta linea di demarcazione quando parla della fiducia. “La ‘fiducia in bianco’ è un altro discorso. Questa, anche sulla base del rapporto che ci lega ai nostri elettori, non ci sentiamo di darla”. “Appoggeremo sì ogni singolo provvedimento con il quale saremo in sintonia, ma non ci sentiamo di dare la fiducia in bianco”. Questo, il rigido confine tracciato dal senatore. E aggiunge, quasi provato nel dirlo, “vogliamo le prove”, a rafforzare quel concetto dei vent’anni senza concretezza alle parole.
Crimi respinge ancora una volta quella responsabilità che tutti, media e non, addebitano sulle spalle del Movimento 5 Stelle, nel caso non accettassero di appoggiare il governo Bersani. “Respingiamo questa responsabilità perché siamo gli ultimi, in questo momento, a sentirci responsabili. Noi siamo il risultato di questa situazione politica”.

Ma Bersani cerca di persuadere ancora una volta i due rappresentanti davanti a sé. “ Adesso si può, se si vuole”, alludendo al cambiamento. “La fiducia si dà e si toglie nel meccanismo parlamentare”, lasciando intendere ai due interlocutori che, intanto stiamo insieme, metteteci alla prova e se va male ci togliete la fiducia. E per dare ancora più forza a questo concetto, il segretario del Pd afferma nuovamente “un Governo senza cambiamento non lo faccio”, logico, no?
E se fosse questo il momento giusto per cavalcare quest’onda per portarci verso acque più calme dove poter pian piano ritrovare ed imboccare una giusta rotta?
La coerenza dei grillini è stupefacente in una politica fatta di promesse mai mantenute. Ma l’ostinazione a tutti i costi, quando forse, invece, si potrebbe provare a vedere un po’ di luce provando a fare accendere questa lampadina con il Pd, salvo poi spegnerla – in caso di allontanamento dai programmi condivisi – per evitare un corto circuito, pagherebbe lo stesso in termini di futuro consenso per il M5S?

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