Il rinnovamento del Partito Democratico è obbligato dagli eventi e non è frutto di una maturazione metamorfica naturale
L’errore di non aver votato ambedue le Presidenze di Camera e Senato in favore del Movimento 5 stelle, peserà sui pedali di Bersani in maniera assai rilevante. Contentissimo della vittoria di Pirro, ora ha a che fare con la realtà. La mossa in favore del M5S avrebbe messo con le spalle al muro Grillo e l’avrebbe compromesso nelle responsabilità di governo. Il problema del Partito Democratico era quello di confezionare un governo che durasse non quello di “vincere” poltrone. L’atavica e saccente prosopopea di tutta l’area altro non è che cieca superficialità. In realtà, Bersani proporrebbe nomi nuovi come la Galbanelli, per esempio, gradevole esempio di impegno giornalistico. Ma le novità che suggerisce sembrano palesemente forzate e forzose. E’ un po’ come se, senza essersi fatta la doccia da cinque lustri, Bersani indossasse abiti nuovissimi e bianchissimi. Il rinnovamento del Partito Democratico è obbligato dagli eventi e non è frutto di una maturazione metamorfica naturale. Questo è un problema. Il movimento 5 stelle beneficerà per forza di cose di questi problemi di notevole criticità degli avversari. Grillo gode del 25% mica bruscolini e, nonostante tutto, è visto con sufficienza colpevole ed irresponsabile. Così si è sempre proceduto in questo paese e così si continua a fare.