SOPRAVVIVE​RE

Mentre la politica gioca a “rimpiattino”, vivere in Italia è sempre più arduo. Non è una novità, ma è meglio essere realistici. Lasciamo stare, per il momento, i dati che d’ufficiale hanno sempre meno e verifichiamo i fatti sul campo. Abbiamo considerato una famiglia tipo italiana ( 4 persone), con un reddito mensile netto complessivo d’Euro 1400 ( valore stimato per eccesso). Se il nucleo famigliare è in affitto (il 25% degli italiani è ancora costituito da inquilini), il 30% dell’utile mensile, è impegnato nel canone di locazione (Euro 420 per contratto concordato), altri Euro 100 per l’ordinaria amministrazione ( valore in difetto). Restano Euro 880. Per le utenze ( luce e gas), consideriamo non meno d’Euro 90 mensili. Restano Euro 790. Il telefono “fisso” è stato, da tempo, disattivato e si va avanti con gli SMS da cellulare ( considerando almeno due telefoni, la spesa mensile è d’altri Euro 20). Restano Euro 770 per tutto il “resto”. Niente automobile. La famiglia usa i mezzi pubblici. Qui il prezzo varia da città a città, da Regione a Regione. Quantifichiamolo con Euro 60 mensili per tutta la famiglia. Restano Euro 730 con i quali si deve far fronte al vitto ed agli imprevisti. Intendendo come tali vestiario, medicinali non mutuabili, visite specialistiche, qualche giornale. Per eccesso d’ottimismo, non aggiungiamo altro. Chi ci segue non sarà digiuno di “menage” famigliare. Con poco più d’Euro 700, si deve affrontare la spesa alimentare estesa anche a quanto serve per l’igiene della casa e della persona. I conti sono presto fatti: circa Euro 24 il giorno. Che, divisi per i quattro membri della famiglia, fanno Euro 6 pro capite. All’apparenza, quindi, i conti sembrano tornare. Ma questa non è la famiglia “tipo” del Bel Paese. C’è assai di peggio. Ci sono i licenziati, i cassintegrati, i disoccupati di “lungo termine”. Ci sono mutui da pagare, arretrati da onorare e, chi più ne ha, più ne metta. Qual'è il ruolo dello Stato in tutto questo marasma? I Parlamentari si sono ridotte le “propine”, ma quello che percepiscono in un mese è, quando va bene, il reddito annuo netto di un italiano che ancora lavora. Ovviamente, si sopravvive anche con molto meno di quanto abbiamo segnalato; ma come? Rinunciare è il termine più gettonato. Fare a meno di qualcosa con la speranza di non averne bisogno il giorno dopo. Si mangia meno e la qualità lascia a desiderare. La “Dieta Mediterranea” non è più una moda, ma una necessità per la maggioranza degli italiani. Intanto, i politici nicchiano. Si radunano nei loro palazzi o in grandi alberghi per discutere. C’è sfuggito, e ce ne scusiamo, su che cosa. Il motto “pancia piena non compatisce la vuota” si è imposto alla grande. Intanto, il quotidiano procede con la monotona ripetizione di quanto è capitato il giorno prima. Meglio così; perché non è detto che non possa andare peggio. Da noi è il Popolo che affronta la “mala sorte”. I politici, soprattutto quelli eletti nel nuovo Parlamento, non hanno nulla da temere. Per loro la “dieta Mediterranea” resta, volendolo, una moda. Di sopravvivenza neppure a parlarne.

Giorgio Brignola

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