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CI SIAMO

Entro fine febbraio, sapremo che tipo di Parlamento avrà l’Italia e, poi, quale Esecutivo guiderà il Bel Paese tra le secche di una crisi che ha assunto, mese dopo mese, dimensioni insopportabili. Non ci sembra proprio il caso di fare delle previsioni, anche perché i contendenti, dopo tanto “rumore,” si cheteranno per consentire agli Elettori di decidere con la massima serenità possibile sul futuro d’Italia. Anche se, entro i confini nazionali, almeno l’80% degli aventi diritto di voto hanno già stabilito a chi affidare la preferenza. In linea di principio, gi apparentamenti sono stati evidenziati e nessuno, per la carità, ammette che non sempre si può vincere. Con la democratica prospettiva di poter perdere. Stare nella“Maggioranza” o all’”Opposizione” è come giocare alle tre tavolette. Quando le “mosse” sono più rapide dell’occhio, le fregature sono dietro l’angolo. E’ un’esperienza che il Popolo italiano ha già fatto e che, ci auguriamo, non sia messo nelle condizioni di ripetere. In Italia la politica è un “mestiere” che ha margini assai elastici d’accomodamento. I “licenziati” sono pochi, e non ci sono neppure limiti d’età per rappresentare il Popolo italiano. Tutto come sempre. Le condizioni per partorire la XVII Legislatura si contano su poche dita di una mano. Dopo il voto, non ci saranno “sorprese” di rilievo nel firmamento politico nazionale. Anche chi si collocherà, numericamente, all’Opposizione, sia da subito chiaro, non si considererà “perdente”, ma baluardo fondamentale per verificare le mosse dell’Esecutivo di Maggioranza. Tra “vincitori” e “vinti”, da noi non ci sono abissali differenze. La nostra è una Repubblica parlamentare e, come tale, ha i suoi limiti ed i suoi privilegi. Che, poi, siano tutti in favore della Penisola, resta da verificare. Sulla carta, però, appare così. Pure la parte parlamentare dall’estero, almeno per la Ripartizione Europa, non dovrebbe presentare “sorprese” di rilievo. Le novità, invece, troveranno posizione nella Ripartizione America Settentrionale/Centrale. In questi mesi, tutti irrequieti, abbiamo rilevato alcune novità che ci hanno interessato e che abbiamo approfondito più per personale convinzione, che per impegno informativo. Si tratta del progetto “Insieme per gli Italiani”. In primo luogo, ci ha coinvolto la sua autonomia operativa nei confronti dei Partiti nazionali. Dall’estero non era capitato mai. Una novità che ci ha, da subito, affascinato. Finalmente, potranno esserci Parlamentari, liberi da vincoli pregressi, con la possibilità di presentare proposte alla Maggioranza e all’Opposizione, con l’opportunità di verificare in Aula i “pro” ed i “contro” al programma che gli eletti di “Insieme per gli Italiani” hanno discusso, condiviso ed accettato. I Parlamentari di “Insieme”, in buona sintesi, saranno tenuti a rispondere solo alla loro coscienza ed all’elettorato degli interventi a livello normativo o, in ogni caso, propositivo. Vedremo come reagiranno gli altri Parlamentari della Circoscrizione Estero ma, soprattutto, quelli votati nel “calderone” nazionale. Di un fatto, siamo certi; queste saranno le ultime elezioni “separate” e “postali” d’oltre confine. Il prossimo Parlamento, per Grazia ricevuta, nascerà dalle Circoscrizioni Nazionali. Il voto dall’estero sarà elettronico e privo d’opercoli burocratici. Pure questo è uno dei fondamentali impegni assunti da “Insieme”. In queste concretezze, intendiamo dare fiducia. Il nostro Paese supererà, quindi, l’ultima fase di “transizione” che sembra necessaria per girare pagina e cambiare il meccanismo politico di un sistema al tramonto.

Giorgio Brignola

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