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LA RIFLESSION​E

Tra poche settimane si voterà. Il Governo “tecnico” che ci lasceremo alle spalle ha provocato il collasso d’Italia. In dieci anni, in piena area Euro, l’inflazione è stata del 25% ( 2002/2012). Dopo le imminenti consultazioni politiche, s’aprirà un quinquennio che, almeno in teoria, dovrà consentire al Paese di risollevarsi dalla “palude” e promuovere certe riforme. Scrivere di crisi, ora, non avrebbe più senso. Dato che questa tragica realtà è la norma, non ci sembra opportuno sottolinearne l’evidenza. Le piccole e medie imprese sono implose ed i cicli produttivi, di conseguenza, ridotti. Il 2013 è iniziato con una successiva flessione dei posti di lavoro e con un’inflazione già stimata sull’ordine del 3,5% entro fine anno. Certamente una tra le più espressive dei Paesi UE. In Patria, nonostante il fiorire di tanti Partiti, manca ancora una piattaforma di discussione su quanto ci potrebbe unire, tralasciando quello che, invece, ci potrebbe maggiormente dividere. Per ora, ma è magra cosa, sembra esserci solo l’intenzione di reperire alleanze capaci di durare almeno per l’intera Legislatura. La linea “tribolare”, sulla quale non punteremmo neppure un centesimo, resta l’unica realtà politica nazionale. Sarà il polo di “centro” a stabilire chi potrà governare e chi, gioco forza, dovrà accontentarsi dell’opposizione. Poi, ci sarà da verificare se l’impegno politico sia mantenuto anche ad accordo raggiunto. Prevediamo, di conseguenza, che, anche a livello parlamentare la discussione non sarà priva di contrasti e polemiche. Dietro questa realtà, c’è un Paese profondamente cambiato che chiede, prima di tutto, un momento di concreta riflessione prima delle decisioni finali che sembrerebbero irrevocabili. Decisioni che, bene o male, andranno a coinvolgere anche chi potrebbe non essere d’accordo. Da noi funziona così. Dietro le alleanze ci sono i compromessi che condizionano anche le migliori intenzioni. Chi non ci sta è tagliato fuori. Stesso meccanismo è operativo per i potenziali eleggibili nella Circoscrizione Estero. Quando c’è da piazzare un “primo” della lista, gli scomodi sono allontanati e senza troppi complimenti. Quando c’è da rischiare, meglio puntare su un “brocco” che su un cavallo di “razza”. I giochi della politica, anche oltre frontiera, hanno i loro santuari, certe regole da rispettare e, soprattutto, da far rispettare. Perché in Parlamento ci sono i predestinati, per gli altri ci s’attiva solo se rimane, malauguratamente, un “posto” vacante. In tanto pattume, abbiamo rilevato un segno nuovo ed una volontà d’autentica indipendenza da tutti gli altri. Né Destra, né Sinistra, né Centro. L’importante è solo essere italiani e persuasi di lavorare “Insieme”. A questo punto ci chiediamo, con gran responsabilità, se sarà tenuto conto di questa realtà, partorita nel Nuovo Mondo, che coinvolge tutti, senza il preconcetto d’escludere nessuno.

Giorgio Brignola

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