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LA PROVA DEI FATTI

Ora conosciamo i simboli dei partiti politici ed i nomi dei candidati che parteciperanno alle imminenti consultazioni politiche generali. Ancora uno sforzo, anche economico, per il Paese; ma non più di tanto. Ci sembra, infatti, che il Professore, non ancora soddisfatto del suo lavoro “tecnico”, che non è stato asettico, figura tra i nomi dei possibili Candidati. Dai risultati pregressi, non c’è chiara la discesa in politica di un Professore privo, in ultima analisi, da specifiche pertinenze politiche. Non a caso, il suo Esecutivo era stato battezzato “tecnico”. Ora è tutt’altra musica. In poche settimane, intendiamo conoscere il suo programma d’ipotetico governo e la chiara presa d’atto dei partiti che, necessariamente, si consoceranno per ottenere, pur con non poche nostre riserve, una maggioranza stabile. Almeno alla parvenza. Tra le formazioni politiche in campo non sembrerebbe ci sia omogeneità di vedute. Anche se la compagine di Centro/Destra parrebbe più disposta, in caso di vittoria, a giocarsi il ruolo di Presidente del Consiglio. Su Bersani, non intravediamo alternative. Il PD ha puntato tutto, ed anche di più, sull’uomo, lasciando da parte le “beghe” di partito. Sul Cavaliere, per la prima volta in tanti anni dalla sua discesa in campo, abbiamo qualche perplessità; più di natura sostanziale che formale. Oggi assumersi l’onore di governare l’Italia rappresenta una complessa partita di giro nella quale i conti, purtroppo, potrebbero non tornare. Del resto il 2013 sarà anche l’anno del cambio della guardia al Quirinale. Pure questo passaggio potrebbe avere il suo peso perché deve essere reperito l’uomo che ci rappresenta tutti per un settennale. Tornando sul fronte politico, la sua complessità, non ci consente possibili distrazioni, anche se tutti i partiti hanno cercato di presentare i loro uomini migliori. “Migliori” per loro, ma non per tutti. Nel frattempo, anche la Circoscrizione Estero ha fatto il “pieno” dei potenziali Candidati al Parlamento della Repubblica. Il sistema, per l’ennesima volta, è quello che abbiamo sempre deprecato ma che, evidentemente, piace ai Padri della Legge 459/2001. Discussa ed approvata senza il diretto contributo da parte dei Connazionali oltre confine che, gioco forza, si sono dovuti adeguare da oltre un decennio. Fortunatamente, anche d’oltre confine, qualcosa si muove. Si è fatto strada un Partito, nato oltre Atlantico, che ha dato segnali di reale volontà di rinnovamento. Del resto anche il meccanismo di ripartizione dei 18 Parlamentari eleggibili dall’estero, e suddivisi nella quattro Ripartizioni Geografiche di sempre, ci aveva lasciato, da subito perplessi, molto prima della Legge “Porcellum”. In Definitiva, solo 10 Parlamentari della Ripartizione Estero sono eleggibili in proporzione al numero effettivo dei Connazionali residenti. I Restanti 8 sono suddivisi nelle quattro Ripartizioni in modo identici: in pratica un deputato ed un Senatore per Ripartizione. Giusto, o sbagliato, questo è il sistema della normativa che avrebbe dovuto essere eliminata dalla nuova Legge Elettorale mai varata. Alla prova dei fatti, la realtà è sempre la stessa. Una “perla nazionale” che tanto avremmo voluto “perdere”.

Giorgio Brignola

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