In Italia la “cura” Monti sembra non aver giovato nella maniera sperata. Da noi s’è incrinato quell’equilibrio economico che, almeno apparentemente, aveva salutato il nuovo Secolo. Nel giro di poco più di un anno, i prezzi sono aumentati e la tendenza sembra restare invariata. In Italia è più difficile vivere. Lo riconosciamo. Questa, in definitiva, è la risultante di una situazione che s’avvia al caotico con elezioni politiche alla porta. Cosa sta succedendo nel Bel Paese? Il piano di stabilità per il 2013 ricalca quello dell’anno precedente che, pur se con differente nome, era figlio dei Liberisti. Mentre l’economia langue, stiamo scivolando verso una situazione che potrebbe evolversi in modo sempre meno controllabile. Il decremento della produttività e l’aumento della disoccupazione sono gli aspetti più evidenti di un modo d’essere che proprio non siamo stati in grado di prevedere. Finalmente, tutti si sono resi conto che la “politica” dei partiti è ben differente dalla “politica “ economica che è quella che dovrebbe dare linfa al Paese. Rivedere la situazione, nel suo complesso, rappresenta, di conseguenza, la prima regola d’oro per uscire da un ginepraio che ha spiazzato tutti. Solo i politici sembrano non risentire della risacca che ha dilavato anche le migliori intenzioni. L’Italia, adesso, offre un sistema prevalentemente “libero” all’interno che, però, si presenta maggiormente esposto alla speculazione internazionale. Altra regola d’oro: tutelare maggiormente la produttività interna con un criterio di più ampio mercato d’interscambio che, invece, è stato “esiliato”. Che le regole d’oro non siano rispettate si evince anche dal numero di simboli elettorali, vecchi e nuovi, che sono stati presentati al Ministero dell’Interno. 20 per la Camera dei Deputati e 15 per il Senato della Repubblica. Anche se qualcuno verrà respinto, sono sempre troppi. Un’enormità per un Paese dove vivere alla giornata è sempre più difficile e far fronte ai propri impegni spesso impossibile. Tramontato il concetto economico a “Partecipazione Statale”, non ci sono più riferimenti ai quali riportarsi. Oggi le imprese, piccole e medie, chiudono i battenti per mancanza di richiesta e per un carico fiscale che non tiene conto delle esigenze di chi vorrebbe andare avanti. Non è lontano il giorno nel quale saranno le “grandi” imprese ad essere coinvolte ed i posti di lavoro a tempo indeterminato saranno cassati per necessità. Vivere d’espedienti sarà la regola. Risparmiare è impossibile. La proprietà immobiliare è diventata un “lusso”. Sopravvivere nella Penisola resta un rebus anche per gli economisti più affermati. Per carità, non è nelle nostre corde fare della filosofia spicciola, solo non si dovrebbe dimenticare che l’Italia è parte di un’UE della quale ha accettato, nel bene e nel male, le regole che devono essere rispettate. In piena crisi economica e di valori, il bilancio pubblico è sempre più “pesante” e le iniziative private, quelle che potrebbero offrire occupazione, sono ostacolate da opercoli che fanno preferire non “rischiare”. A nostro parere, ora è necessario affrontare la situazione con una politica fuori degli schemi per tentare di riportare il dovuto ordine sul piano sociale e, soprattutto, su quello economico. In politica chi sbaglia non paga mai. Un’altra delle regole d’oro disattese.
Giorgio Brignola