Dalle elezioni politiche alle regionali: gravissime le preoccupazioni degli industriali pugliesi sui tempi lunghissimi della politica
In vista della prossima competizione elettorale, Confindustria Puglia vuole confrontarsi con tutti gli schieramenti politici, per ribadire, anzitutto, che l'ammodernamento della nostra regione e il suo rilancio economico devono partire dall’industria manifatturiera e dal ruolo vitale che le imprese in generale svolgono come motore dello sviluppo economico, sociale e civile del nostro Paese.
In questi giorni di frenetica corsa da parte di tutti gli schieramenti politici per la presentazione delle proprie liste, la crisi industriale non conosce tregua, come evidenziano gli ultimi dati sull’andamento dell’economia.
Alle forze politiche che si candidano a governare il nostro Paese, quindi, chiediamo di mettere da parte le polemiche e di guardare al futuro, disegnando una nuova politica economica, incentrata sul sostegno e il rilancio del manifatturiero, settore strategico per la Puglia, con benefici diretti e indiretti sull’occupazione e su tutti i settori dell’economia, attraverso misure con un forte impatto a brevissimo termine e riforme strutturali di vasta portata.
L’invito è quello di concentrarsi sulla salvaguardia e tutela del nostro patrimonio industriale che rischiamo di perdere: dal salotto dell’area murgiana, al tessile e calzaturiero, all’edilizia, alla sanità, a parte della meccanica e al florovivaistico. Tutti settori in forte sofferenza che attendono risposte ed azioni concrete dalla politica e che possono continuare a trainare la nostra regione, così come urgente è affrontare il tema dell’ambientalizzazione per le aree di Taranto e Brindisi.
I piccoli passi in avanti che sono stati compiuti in questi anni a favore del sistema produttivo pugliese, corriamo il rischio di vederli vanificati per il blocco della politica che certamente richiederà tempi lunghi prima di tornare ad avere i suoi rappresentanti sul nostro territorio. Un anno o forse di più potrebbe essere necessario per ricostituire il Governo pugliese e per noi imprenditori sarebbe una catastrofe totale. Abbiamo bisogno di figure istituzionali che diano continuità alle azioni positive già avviate, per la definizione di tavoli di confronto già aperti e la ricerca delle possibili soluzioni necessarie per uscire al più presto da questa impasse.
Lanciamo questo grido d’allarme per frenare la ulteriore emorragia occupazionale, il crollo degli investimenti e la chiusura di migliaia di azienda, attraverso l’individuazione con tempi certi di interlocutori istituzionali per rimettere in moto l’economia della Puglia.
Abbiamo bisogni di segnali concreti di responsabilità da parte della politica. Basta con divisioni e spaccature che prescindono dalle esigenze reali della società. Nonostante gli innumerevoli sforzi degli imprenditori per resistere a questo lungo periodo di recessione, la politica, mentre si impegna alacremente in questa contesa elettorale per occupare le poltrone romane, ancora una volta non sta mettendo al centro dei propri programmi la rinascita, il recupero e la valorizzazione del Mezzogiorno.
Metà della Giunta regionale pugliese è candidata alle elezioni politiche e non potrà esercitare il proprio ruolo di governo del territorio: nulla emerge su come e da chi sarà gestito il rapporto con il partenariato economico e sociale pugliese nelle stringenti fasi di completamento della programmazione 2007-2013 e la condivisione delle linee di programmazione dei Por 2014-2020, peraltro richieste dall’Unione Europea nei prossimi mesi.
Non ci possiamo permettere questa vacatio che certamente si protrarrà sino a nuove elezioni regionali non ancora pianificate nei tempi.
Tale fase dovrà essere vissuta dalla politica con la massima responsabilità e attenzione per le numerose difficoltà e debolezza della nostra regione, attuando una accelerazione degli investimenti in ricerca, innovazione e rendendo strutturali gli interventi a sostegno dell'internazionalizzazione.
Anche se i dati per la Puglia sono meno negativi rispetto alle altre regioni del Sud, non si può ignorare che abbiamo comunque perso 35mila posti di lavoro dal 2007, le ore di cassa integrazione sono aumentate di 39milioni e si prevede una crescita ulteriore del 20%, senza considerare gli impatti ambientali che accrescono la crisi dei nostri migliori impianti produttivi.
Le questioni dei grandi gruppi industriali e delle multinazionali insediati sul territorio regionale nonchè le difficoltà di tutte le piccole e medie imprese pugliesi soffocate dai problemi del credito, dalla burocrazia, dai mancati pagamenti della pubblica amministrazione attendono imminenti risposte, ma da chi?
Angelo Bozzetto
Presidente Confindustria Puglia
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