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Femen e Berlusconi

Di Carlo Di Stanislao

Le sexy-attiviste di Femen – l'organizzazione diventata famosa a livello internazionale per le manifestazioni in topless a favore dei diritti delle donne – avevano già provato a spogliarsi durante l'Angelus del Papa il 6 novembre 2011, ma erano state fermate prima di arrivare a piazza san Pietro.
Domenica, invece, c’è l’hanno fatta e al grido “Omofobo, taci!” rivolto a Benedetto XVI, sono rimaste a seno nudo durante l’Angelus, per essere poi ricoperte e portate via da agenti delle forze de l’ordine.
Sul dorso avevano dipinto una scritta in inglese a favore dei diritti dei gay, “In gay we trust”, slogan che fa il verso a “In God we trust”, mentre su seno e pancia compariva la scritta “Shut up!”.
Già sabato le quattro ragazze, due francesi e due ucraine di 23 e 25 anni, erano entrate in azione durante una manifestazione del Pd, presentandosi in piazza San Giovanni con dei cartelli di protesta contro Silvio Berlusconi e praticamente nude, dipinte dalla testa ai piedi una di verde, l'altra di bianco e la terza di rosso, dato vita ad una perfomance molto applaudita.
Sarà forse per questo che Berlusconi, che pure ha sempre mostrato di apprezzare certe performance femminili, ha dichiarato che non farà comizi ed aggiunto che: “certe autorità temono per la mia incolumità e mi hanno pregato di non tenere discorsi in piazza”.
Intanto però i giudici del Tribunale di Milano hanno respinto l'istanza della sua difesa, per sospendere fino al voto di febbraio il processo sul caso Ruby, per motivi elettorali e anche la richiesta di legittimo impedimento, motivata con una lettera del segretario del Pdl, Angelino Alfano, nella quale si certificava che alle 11 di venerdì era convocata una riunione di tutti i coordinatori regionali del partito per la formulazione delle liste elettorali, richiesta che, secondo i giudici di Milano, “non è riconducibile all'attività parlamentare in senso proprio o in senso lato”, sicché non si può applicare il legittimo impedimento, poiché l'assenza di Berlusconi è legata “a una sua scelta personale”.
Chissà se adesso, di fronte alla ennesima tegola di toghe certamente rosse, Berlusconi potrà avere il supporto del gruppo Femen, protagonista di numerose proteste in topless in Russia, Ucraina e a Londra, che, dal 2008, si propone, facendo leva sulla provocazione, di denunciare fenomeni come il turismo sessuale e le discriminazioni contro le donne.
In fondo Berlusconi le donne le ama e come è risaputo (né ha mai smentito, neanche da Santoro), ne paga ben trentadue, per non lasciarle in cattive acque e far si che non prendano una brutta strada.
A maggio del 2011, collegato al telefono con mille donne impegnate a Milano in una cena elettorale per Letizia Moratti, Berlusconi disse contrito: “Mamma mia e io che sono lontano: che disastro perdere occasioni come queste, una cena con mille donne non si può perdere”.
Come non aiutare un “ginofilo” così, uno che ha tanto fatto e rischiato per ragazze come Ruby Rubacuori, Noemi Letizia, Nicole Minetti, Patrizia D'Addario, Barbara Montereale, Sabina Began, Barbara Guerra, Marianna e Manuela Ferrara, Miriam Loddo, Maristel Garcia Polanco, Raissa Skorkina, Alessandra Sorcinelli, Ioana Visan, Iris Berardi, Elisa Toti, Barbara Faggioli, Barbara Pedrotti, Federica Gagliardi, Nadia Macrì, le gemelle Eleonora e Imma De Vivo ed altre ancora?
Va qui ricordato, comunque, che commentando il termine “ginofilo” per chi ama le donne o come contrario di misogino, c’è chi ha fatto notare che suona male poiché assomiglia troppo a “cinofilo”, non esiste nei vocabolari anche con neologismi e vi sono delle alternative: donnaiolo o sottaniere, di ben consolidato uso e diffusione.

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