QUALE COERENZA?

Fare un’analisi sulla possibile entrata in politica di Monti è insistere su un falso problema. La candidatura non è impedita a nessuno. Almeno sul piano formale. Quindi, ci sembra più opportuno non tralasciare i veri problemi della politica italiana. Intanto, si tornerà al voto col sistema maggioritario/proporzionale i cui limiti sono ben noti anche a chi lo ha pensato (“porcellum”). Gli italiani, invece dovrebbero essere chiamati alle urne per “rifondare” un Parlamento differente negli uomini e nelle finalità. Almeno, così dovrebbe essere. Ancora una volta, nostro malgrado, il condizionale è d’obbligo. Mancano tuttora i presupposti per sperare in un’Italia migliore. Lo hanno compreso tutti. Se l’Esecutivo “tecnico” ci ha traumatizzato, non è proprio da escludere che quello “politico” s’attivi con migliori risorse. Non a caso, ma con nostro stupore, già si vocifera di un “terzo polo di centro” che dovrebbe compattare gli incerti e delusi dell’area media del nostro Parlamento. Come a scrivere che non saranno in pochi a tentare la rimonta. Dati i deludenti risultati di questi dodici mesi parlamentari, ci sovviene il detto, di andreottiana memoria,:” Il potere logora chi non ce l’ha”. Se si volesse realmente voltare pagina, la “vecchia Guardia” non dovrebbe essere riesumata. Senza clamore, sembra giunto il tempo per cambiare “bottega” e “bottegai”. Insomma, una sorta di pulizia parlamentare per accantonare i “trombabili” d’Italia. Alle prossime elezioni, pur se gestite alla vecchia maniera, gli elettori saranno più cauti. Con le tasche vuote e senza futuro, non sarà semplice meritare il loro voto. Senza un programma ben chiaro sarebbe meglio evitare di presentarsi. Basta con la platealità delle “consultazioni” primarie. Basta con le promesse per affrontare una nuova via. La nostra politica sa di vecchio. Anche per i Parlamentari ci dovrebbe essere un limite d’età per mantenere il mandato. Invece, molti nomi appaiono da troppe Legislature senza che, poi, esserci dei riscontri corretti in loro favore. Le “colpe”, perché ci sono, non escludono nessuno. L’alternanza delle Maggioranze o di centro/sinistra, o di centro/destra, hanno tutte contribuito allo sfacelo del Paese. Sotto questo profilo, gli ultimi dieci anni della Prima Repubblica, non sono per nulla dissimili da quelli di questa Seconda che è già sul viale del tramonto. L’onestà politica è l’unico parametro che realmente potrebbe contare; anche per il futuro. Dopo il voto, il Parlamento dovrà assumersi il compito di realizzare quelle premesse che traghetteranno l’Italia dal “passato” al “futuro”. Pur con questi nostri ragionamenti, non siamo per nulla nelle condizioni di garantire atteggiamenti che confortano il nostro dire. Il rebus da sciogliere è, e rimane, quello della coerenza.

Giorgio Brignola

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