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DALLA CARTA DI INTENTI ALLA CARTA DELLE NECESSITA’ DI CHI E’ RIMASTO INDIETRO.

Di Manuel Santoro

Alcuni giorni fa ho definito “penoso” il documento politico uscito dal Consiglio nazionale (CN), soprattutto nel punto relativo alla Carta di Intenti in cui è scritto che essa “traccia la meta che un esecutivo riformista si propone di raggiungere”. Naturalmente non sono d’accordo e, sicuramente, essa, non traccia la meta che ho in mente.

Sempre negli ultimi giorni ho anche letto tanti commenti sui social network di compagne e compagni, dentro e fuori il PSI (e dentro e fuori la Lega dei Socialisti) riguardo il documento politico votato al CN e la posizione assunta dalla Sinistra Socialista in tale sede. Vorrei essere chiaro su alcuni punti.

Primo, la Sinistra Socialista ha perso la sua battaglia politica con quel voto, ma non ha perso necessariamente la guerra. Essendo il sottoscritto parte della Sinistra Socialista ed essendo, sempre il sottoscritto, un assiduo promotore del concetto di comunità, soprattutto in politica, ribadisco la mia solidarietà a tutti i compagni della Sinistra Socialista e a Bartolomei. Ne condivido la delusione.

Secondo, non sono d’accordo con una Lega dei Socialisti transpartitica. Penso, infatti, che chi fa politica debba lavorare per rimodulare i rapporti di forza in campo soprattutto attraverso l’azione di una soggettività politica e partitica. Inoltre, non sono d’accordo con una Lega dei Socialisti cha faccia da coagulo culturale, per il PSI, di quel mondo socialista che non riconosce il PSI, da sinistra. L’associazione culturale è assolutamente insufficiente ed in politica contano i voti. Inoltre, si cadrebbe nell’iniquità sapendo che molti dei compagni della Lega dei Socialisti non sono, alcuni da tempo, parte del mondo PSI. Ho già detto troppe volte che il PSI avrebbe dovuto essere epicentro di un percorso di aggregazione per una sinistra inclusiva e plurale ma così non è stato.

Terzo, ritorniamo alle basi. Oggi i socialisti devono riprendere in mano il filone programmatico che renda libero l’uomo. Viviamo in un mondo regolato da un liberismo illiberale in cui i diritti fondamentali vengono attaccati e cancellati con troppa facilità. Andiamo oltre la carta di intenti, del tutto insufficiente a risolvere i problemi di struttura delle società globalizzate, e lavoriamo ad una carta delle necessità di chi è rimasto indietro.

Per iniziare, partiamo dalla constatazione che la povertà, la solitudine, la sofferenza sono gli unici fattori cementificati in una “società liquida”. Il nostro compito è quello di comprendere, prima, e proporre, dopo, le vie verso il dissolvimento dei fattori cementificati e, contemporaneamente, verso la cementificazione dei fattori positivi per il benessere delle collettività.

Cosa fare allora? Prima di tutto dobbiamo comprendere che il compito dei socialisti, tutti, è quello di risolvere alla radice le storture di sistema che intaccano selvaggiamente l’esistenza delle fasce sociali più basse. Questo richiede una comprensione vasta della società globalizzata e delle sue sovrastrutture. Penso, quindi, che i socialisti debbano adoperarsi lungo queste due direttrici:

1) Una analisi completa del sistema del capitalismo, oggi finanziario, e del modello di organizzazione delle società;
2) definizione e studio di un sistema di sviluppo alternativo e misurabile su fattori di sostenibilità.

I socialisti, inoltre, devono studiare e lavorare per trovare soluzioni ai punti fondamentali che determinano i bisogni dell'essere umano nelle societa' moderne:

1) Lavoro a tempo pressoché indeterminato;
2) Diritto alla casa, affinche' ognuno abbia un tetto;
3) Abbattimento della povertà;
4) Sanità pubblica e gratuita;
5) Scuola e università pubblica e gratuita

Questi non sono punti irraggiungibili. Sono i punti fondanti di una società equa e solidale. Socialista. E non mi si venga a parlare del problema della copertura economica. Vi è tanta di quella moneta nel sistema economico che l’unica politica seria da perseguire sarebbe un riequilibrio tra chi ha troppo e chi troppo poco. E’ solo sufficiente che vi ricordi che il sistema bancario ombra globale è cresciuto sino a 67 trillioni di dollari.

Buon lavoro!

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