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Caro Silvio, caro Cavaliere una volta sempre sorridente, io ti capisco

Io ti capisco caro Silvio, caro Cavaliere una volta sempre sorridente. Io capisco che tu debba badare ai tuoi interessi, e capisco anche che non resisti alla tentazione del godimento di essere al centro dell’attenzione. Però, siccome immagino tu non abbia vicino un amico sincero che possa darti un consiglio spassionato, voglio farlo io. Ho la netta sensazione che questa volta le cose non si mettano bene per te, che la fortuna questa volta ti abbia girato le spalle, e perché devi andare incontro a dispiaceri proprio adesso che ti avvii alla vecchiaia? Non temi possa prenderti (Dio ce ne guardi!) un malore? Sai che soddisfazione avrebbero quelli che non ti sopportano? Non sarebbe più conveniente per te lasciar perdere tutti, ritirarti in un bel posto lontano, e godertela la vecchiaia? Del resto, vedere la propria faccia sui giornali e in televisione, una volta che eri un bell’uomo, era un conto, ma vederla adesso, insomma, come dirtelo senza offenderti, ma ti accorgi che stai diventando un bruttissimo vecchio? Ascoltami bene: tieni in testa i pochi capelli naturali che ti saranno rimasti e che magari saranno splendidamente tinti d’argento, magari fatti crescere la barba che pure certamente sarà tinta di bianco, sorridi solo quando senti di sorridere (una volta avevi un sorriso smagliante, anche se un po’ finto, adesso sembra tu faccia una smorfia) e vattene, Silvio, vattene lontano, molto lontano, a godertela la vecchiaia.

carmelo dini

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