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IMU per gli italiani all’estero. Farina (Pd): “I Comuni hanno sbagliato. Occorre cambiare la legge”

“Pur comprendendo le difficoltà finanziarie dei Comuni italiani, sottoposti ai gravosi impegni in una situazione finanziaria difficile, è stato commesso un grave errore da parte della stragrande maggioranza di essi”. Così il parlamentare del Pd eletto in Europa, Gianni Farina, commenta la decisione della gran parte delle Giunte dei Comuni italiani, di considerare l’abitazione degli italiani all’estero seconda casa, a pochi giorni prima della scadenza del versamento della seconda rata dell’IMU per il 2012. “L’attesa delibera non c’è stata. E’ un errore politico, un’ingiustizia sociale e un abuso fiscale” dichiara l’on. Gianni Farina. “A questo punto occorre cambiare la legge che istituisce l’Imposta municipale unica, la quale per la prima volta dal 1993 è stata abolita l’equiparazione degli italiani in patria e gli italiani residenti all’estero”.
La nostra azione di parlamentari eletti all’estero – aggiunge Farina – aveva spinto il governo Monti a modificare la legge con il comma 10 dell’articolo 4 del Decreto Legge 16 del 2 marzo 2012 per venire incontro alla richiesta degli italiani residenti all’estero proprietari di case in Italia: “I comuni possono considerare direttamente adibita ad abitazione principale l'unità immobiliare posseduta a titolo di proprietà o di usufrutto da anziani o disabili che acquisiscono la residenza in istituti di ricovero o sanitari a seguito di ricovero permanente, a condizione che la stessa non risulti locata, nonché l'unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia, a condizione che non risulti locata”.
In seguito a questa modifica, il Ministero delle Finanze e dell’Economia, ha emanato la circolare 3 sull’IMU del 18 maggio 2012, con un capitolo (pagina 18, 6.2) intitolato “Anziani e disabili che acquisiscono la residenza in istituto di ricovero e cittadini italiani non residenti nel territorio nazionale” contenente la nuova disposizione legislativa. “Successivamente – ricorda Farina – abbiamo scritto una lettera al presidente dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), Graziano del Rio, e al presidente dell’Ifel (Istituto per la Finanza e l’Economia Locale), Giuseppe Franco Ferrari, per invitarli a sensibilizzare i Comuni italiani affinché applicassero l’aliquota e le agevolazioni previste per la prima abitazione”.
“Purtroppo – aggiunge Farina – da un’inchiesta condotta, circa l’80 per cento dei Comuni non ne ha tenuto conto. La causa non è dovuta alla scarsa informazione, perché mentre hanno deliberato le agevolazioni previste per l’abitazione principale per gli anziani residenti negli istituti di ricovero, non hanno fatto altrettanto per gli italiani residenti all’estero. Occorre cambiare la legge per quanto riguarda la tassazione sulla casa degli emigrati. Solo così si potrà ristabilire l’equiparazione con gli italiani in patria, perché mettendo in bilancio maggiori introiti fiscali dovuti all’applicazione dell’aliquota prevista gli italiani residenti all’estero, i Comuni nei prossimi anni non vorranno rinunciare a somme significative. Questo dovrà essere l’impegno del governo del centro sinistra per il 2013” conclude l’on. del Pd Gianni Farina.

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