OLTRE IL GUADO

Ora è certo. Per tentare di recuperare l’Italia gli schieramenti politici che conosciamo sembrano non bastare più. Questo dato di fatto non nasce dal pessimismo, ma da un’analisi dei fatti che sono sotto gli occhi di tutti. Le elezioni politiche del prossimo anno, se non si cambierà registro, potrebbero determinare una fase di stallo drammatica. Insomma, nessun’alleanza potrebbe essere nelle condizioni di guadagnarsi una maggioranza per governare il Paese. Allora? Dato che di partiti “nuovi” proprio non ce ne sono, tutte le formazioni studiano le strategie per non essere messi alle corde. Intanto l’economia continua a precipitare e l’Esecutivo Monti comincia ad accusare “malesseri”. Sempre più frequenti, sempre più espressivi. Con l’aria che tira, nessuno sembra intenzionato ad accettare un “compromesso”. Ma per evitare un “Monti 2”, i compromessi, magari mascherati con altro nome, ci saranno. Quasi che la Prima Repubblica intenda rinascere dalle sue ceneri. Non ci sono schieramenti politici sui quali poter contare. Le coalizioni note, meglio inquadrabili nei polarismi, non convincono più nessuno. Certo è che ripescare nel “nuovo” per presentarci il “vecchio” non ci solleva il morale. Mentre gli italiani meditano sul loro futuro sempre più incerto, respiriamo un’atmosfera d’indecisione. Nessuno, a ben osservare, intende assumersi le responsabilità di un Paese alla deriva. L’unica novità potrebbe essere la Nuova Legge Elettorale della quale non si conoscono, però, ancora i reali contenuti. Tra “premi di maggioranza” e “sbarramenti” sfumano le buone intenzioni di tutti gli eleggibili. Le imminenti consultazioni “primarie” non faranno che rendere ancora più amara la sconfitta di qualcuno a favore di qualche altro. Come a scrivere che i consensi cominciano a mancare e la gente ha troppo problemi esistenziali e non intende essere distratta dai “primi” uomini o, peggio ancora, “prime” donne. Per formare un Esecutivo degno di cotanto nome, le coalizioni o, meglio, i polarismi hanno da trovare, in tempi brevissimi, altri spiragli per garantire il quinquennio alla guida del Paese. Su questa linea non ci sono Santi. Chi si renderà conto, per primo, che in economia il viatico politico è impotente? Un interrogativo intrigante che non trova, al momento, risposta alcuna. Per portare l’Italia fuori delle secche della speculazione e degli arrivismi personali, le intenzioni, buone od ottime, non basteranno. A nostro avviso, c’è da guardare oltre il guado. C’è da ritrovare quella fermezza d’intenti che è venuta meno in questi dodici anni di Nuovo Millennio. Ora che tutti, proprio tutti, sono scesi in campo, a noi non resta che verificare la volontà di rimanerci. Sarà dura. Certo che la prossima Legislatura, pur avendo legami col passato, dovrà, progressivamente, modificare la sua struttura per scongiurare le crisi al “buio”. Dietro l’angolo, la figura di un nuovo Capo dello Stato e di un Senatore a vita pronto a dire”obbedisco”.

Giorgio Brignola

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