Regionali, un’occasione per rinnovare tutta la politica

Antonio Di Pietro

In queste ore dovrebbe decidersi la data per le regionali. Dopo averle provate tutte per rinviare il voto, alla fine anche la presidente del Lazio dovrà rassegnarsi e finalmente le elezioni dovrebbero essere convocate in Lazio, Lombardia e Molise per il 10 e 11 febbraio 2013. Era ora.

E' l'occasione per smantellare definitivamente il sistema di potere corrotto instaurato in vent'anni da Berlusconi: un sistema che piano piano ha inquinato tutto e tutti.

Non sono elezioni come le altre, queste. Sono ancora più importanti perché stavolta si può voltare faccia non solo rispetto all'ultima legislatura di queste tre Regioni ma rispetto all'ultimo ventennio.

Però non si tratta solo di vincere le elezioni prendendo un voto più degli altri. Questo va bene nei momenti normali, in una fase d'emergenza come questa non basta. Bisogna saper rinnovare tutto il modo di fare politica, a partire ciascuno dal proprio orto. Noi dell'Italia dei Valori siamo pronti.

Dovremo mantenere gli impegni solennemente assunti sottoponendo le candidature al giudizio di tutta la nostra base, a partire dalla rete. Quindi chi si vorrà candidare dovrà pubblicare online la sua storia e il suo curriculum, come si fa con le partecipazioni di nozze, perchè quattro occhi vedono meglio di due ma cento vedono meglio di quattro. Dovranno restare spalancati per impedire che entri nei consigli regionali chi vuole far politica solo per servire i propri interessi e non quelli dei cittadini e della cosa pubblica.

Queste elezioni saranno anche la via maestra per le alleanze in vista delle prossime consultazioni politiche. Non ha senso andare insieme in Regioni importantissime e poi presentarsi divisi per il governo del Paese. I primi a non capirlo sarebbero gli elettori che di trucchetti e furbate non ne possono più e lo hanno dimostrato in Sicilia.
Un'alleanza che può ambire a riconquistare e poi a governare le regioni più importanti ha il dovere di provare poi a presentarsi unita anche per governare il Paese nel segno di una innovazione profonda e di una discontinuità piena con le politiche economiche sin qui seguite.

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