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Il carcere per la diffamazione a mezzo stampa ai giornalisti l’hanno votato tutti i partiti

Votando per il carcere ai giornalisti colpevoli di diffamazione a mezzo stampa avete praticamente posto le basi per una informazione timorosa e quindi non libera. Voi esponenti di partito, non avete nessun rigurgito di dignità a trovare il coraggio solo nascosti nel voto segreto?

Le 51 domande ai nostri avversari politici:

Il voto segreto mette in evidenza invece i volti dei traditori pusillanimi figure che una cosa hanno detto ed un’altra hanno fatto. Al Senato è passato un emendamento della Lega che lascia il carcere per i giornalisti colpevoli di diffamazione. La china che si sta percorrendo è una intimidazione generalizzata alla informazione. E’ chiaro. I direttori dei giornali sono ora intimoriti e rischiano così di ridurre l’informazione ad una cronistoria inutile di fatti che non interessano nessuno. Hanno votato contro tutti i partiti, i franchi tiratori che, in segreto, cacciano fuori il peggio di sé. Noi di “INSIEME per gli italiani” riteniamo che la diffamazione vada punita ma non con il carcere al pari di un rapinatore o di un assassino, ma soprattutto vogliamo una informazione completa che non sia intimorita dai parlamentari che vogliono mettere il bavaglio ai giornalisti. Lo scopo è oramai chiaro, in tempi di arresti ai politici corrotti, la stampa recita un ruolo fondamentale che mette continuamente il dito nelle piaghe. Ciò che è capitato al Senato ha il sapore della vendetta. Un provvedimento che in un paese che si definisca democratico esorbita nella punizione. Attraverso la stampa e l’informazione si sono conosciute magagne che altrimenti sarebbero proliferate senza limiti. Alla informazione noi tutti dobbiamo un servizio prezioso che ci consente di vigilare sulle cose che riguardano tutti. Noi di “INSIEME per gli italiani” insisteremo su questo aspetto che è fondamentale affinché la nostra gente venga informata seriamente, senza preclusioni e nel rispetto della persona e delle dignità a prescindere e prima ancora delle leggi.

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