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COMITES ADDIO

E’ da anni che abbiamo segnalato le “insufficienze” d’alcuni Com.It.Es. in UE. Col tempo, abbiamo registrato parecchie polemiche di facciata e poca, assai poca, “sostanza”. Per una questione di rispetto sul fronte d’esperienze che non ci competono, abbiamo preferito attendere lo sviluppo degli eventi. Convinti che ogni opinione ha, ovviamente, un valore relativo e temporale. Ora, data la presenza di una stasi operativa che ha superato i parametri fisiologici, ci siamo imposti un’analisi che potrebbe, forse, essere di stimolo per un più articolato confronto sulle finalità dei Comitati per la tutela dei diritti (pochi) delle nostre Comunità oltre frontiera. Il nostro intervento, per una questione di scelta operativa, si limiterà agli aspetti “tecnici” dei problemi che, negli ultimi anni, si sono oggettivamente ampliati. Non è questa la sede per affrontare gli aspetti politici indubbiamente correlati. La nostra fiducia nei Partiti, vecchi e nuovi, è venuta meno da tempo. Noi c’eravamo, quando dei Com.It.Es. neppure s’ipotizzava. In Europa siamo presenti da oltre mezzo secolo. Questa, almeno, dovrebbe essere una garanzia valida per tutti. Sia per quelli”pro”, che per quelli “contro”. Ciò premesso, i Com.It.Es. hanno, progressivamente, denaturato le loro finalità. Non poche volte si sono trasformati in emanazioni spudoratamente partitiche o, scriviamolo francamente, in mezzi d’affermazione personale e di cordata. Aspetto, questo, che ci ha assai amareggiato. Pur se Organismi elettivi di base, i Com.It.Es. oggi non rappresentano che una minoranza degli aventi diritto ad eleggerli. Anche i Candidati sono di solito gli stessi. Almeno, così c’è sembrato. Con molta umiltà, ma con scarsa fortuna, qualche proposta operativa per tentare di superare gli inghippi l’avevamo fatta anche noi. Sino ad arrivare all’estate del 1993; affermando che Com.It.Es. e C.G.I.E. erano strutture “obsolete”. Superate, in pratica, dai tempi e dal ruolo della nostra Comunità all’estero. In 19 anni, la sensazione si è fatta pressoché certezza. Ancora per quella coerenza che non è mai venuta meno, riconosciamo a queste strutture momenti d’interessante qualificazione. Ma il tempo è passato e le novità d’aggiornamento sono venute a mancare. Ora è giunto il momento del rinnovamento. O si cambiano gli uomini, o s’aggiornano le strutture con precise proposte di revisione dei contenuti. Segnali, da parte nostra, non sono mancati. Forse snobbati, forse sottovalutati, siamo stati, certamente, ignorati. Però continueremo ad essere per il dialogo che, democraticamente, torniamo a sollecitare. Sempre in nome e per conto della Rappresentatività.

Giorgio Brignola

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