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CREDIBILITA’

Il 2012, già denso d’effetti politici ed economici correlati ad unEsecutivo anomalo, che non ha rappresentato per nulla il Popoloitaliano, lascerà al 2013 un’eredità ridondante di problemi che ipolitici non saranno in grado d’affrontare e, tanto meno, dirisolvere. Già lo abbiamo scritto ed ora lo ripetiamo: il 2013 saràsolo un passaggio per dare il via a quella svolta socio/politica dellaquale in Paese ha estremo bisogno. Con la scorsa estate, c’è stata laresa dei conti: anche i “Tecnici”, pur senza problemi di fiduciaparlamentare, non sono stato in grado d’offrire al Paese uno spiragliodi ripresa. L’affossamento è continuato e, col prossimo anno, non saràdiversamente. In questi mesi d’Esecutivo Monti, ai vecchi problemid’Italia se ne sono aggiunti dei nuovi. Nei pochi mesi che ci separanoda fine anno, i Partiti, quelli che intendono contare, sarannoimpegnati nelle Consultazioni “primarie”. Che dicono poco e noninfluenzeranno le decisioni elettorali degli italiani. Nel Bel Paese,la situazione resta complessa anche perché non s’è evidenziata lavolontà di modificarla. Neppure con la politica dei piccoli passi.Come, del resto, abbiamo sempre ipotizzato. Neppure le Forze Sociali,nelle quali avevamo posto, almeno in un primo tempo, la nostrafiducia, si sono dimostrate impotenti nei confronti del degradonazionale. Tante esternazioni; ma pochi fatti. A meno di sessantagiorni dal tramonto di questo 2012, la crisi si presenta in tutte lesue sfaccettature. Senza vie d’uscita. Senza soluzioni percorribili amedio termine. I “nodi” politici, a questo punto, restano relegati insecondo piano e rimane da focalizzare un sistema che può ridarefiducia agli investimenti ed una ritrovata dignità al lavoro. Senza leopinioni di Ministri che non conoscono più il loro “mestiere”. Lemancanze nel Bel Paese, sono, da tempo, note. Ora è maturato il tempoper chiedere al Popolo italiano quale strada può essere la miglioreper continuare un cammino che, almeno per i prossimi anni, resteràancora in impervia salita. A questo punto, siamo scettici sulleipotesi di mediazione tra politici ed imprenditori. Al punto in cuisiamo, si potrebbe innescare un calo, ulteriore, d’attendibilità anchenella futura formazione di un Esecutivo degno di questo nome. In UE,c’è chi rema contro i destini d’Italia. Anche fuori dei confininazionali non mancano le speculazioni ed i dictat che tantonegativamente influiscono sulla nostra economia sofferente. Ci sembraevidente che, al momento, è meglio muoverci da soli proprio per esserepropositivi anche nel Vecchio Continente. L’attuale crisi politica a“tempo determinato” ci ha affossato ed ha, sin troppo, dimostrato chenon sempre “cambiare” significa “migliorare”. L’impalcatura dell’Euro,per noi, è nata stretta e ce la dobbiamo tenere; con tutte leconseguenze “pre” ed “ante” crisi. Con certezza, la buona volontà nonbasta più per meritare fiducia e l’arte dell’arrangiarsi è statasuperata dagli eventi. Il 2013 avrà valenza solo se sarà il primo, diuna serie d’anni, di sostanziale “cambiamento”. Ora ci serve una nuovaClasse Politica. Negli uomini e nelle idee. Per il futuro, quindi,meno sacrifici e nuove concrete prove di credibilità sia interna, cheinternazionale. Chi non se la sente ha tutto il tempo per ritirarsi inbuon ordine. Non lo rimpiangeremo.

Giorgio Brignola

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