NESSUN DECENTRAMENTO AUTONOMO PRAGMATICO PER GLI ENTI LOCALI SENZA STATALISMO

“La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento”

Oggi non vogliamo parlare ( noi popolino sovrano) ancora come fanno molti giornali dell’ Uomo d’ Arcore, perche’ pare che con la sua dichiarazione spontanea in aula, sul caso “Nipote di Mubarak “, si sia rottamato da solo.

Vogliamo invece ritornare sul tema:” Decentramento dello Stato” . La domanda che spesso ci poniamo e’:” L’Italia potra’ mai divenire una Repubblica Federale?. In base all’ articolo 139:” La forma repubblicana (unitaria art. Cost.5) ) non può essere oggetto di revisione costituzionale.”. E qui tutti sappiamo che anche con una Repubblica piu’ decentrata, il nostro Paese resta repubblicano e democratico. E qui vene spontanea un altra domanda:” Puo’ l’ Italia divenire una Repupplica Federale , con venti staterelli, quasi tutti autonomi e con i loro parlamentini? La risposta, anche se non si e’ esperti costituzionalisti ed economisti ( pur non essendo bocconiani) e’ negativa! In primis perche’ viene a mancare la simbiosi che dovrebbe esistere tra lo Stato centrale e gli enti locali: lo “statalismo”, ossia l’ attuazione dei servizi che dipendono dallo Stato, ma devoluti agli enti locali; decentramento amministrativo ( e fiscale) . In base all’ aticolo 5 ( vedi sottotitolo) della Costituzione questo non significa che l’ autonomia e il decentramento sono dei servizi monopolizzabili dagli enti locali. A noi non sembra che in piu’ di 4 decenni gli enti locali abbia agito in simbiosi con lo Stato centrale ( assente sopratutto nell’ ultimo ventennio), altrimenti oggi avremmo un Italia unita, solidale e con un debito pubblico contenibile. ( e non dico altro)

Un Senato delle Autonomie? ( non federale perche’ non contemplato dalla nostra Costituzione) Che ben venga, ma prima bisognerebbe tagliare “qualche” testa e testolina, o meglio vanno abolite tutte le regioni ( Stati nello Stato tra l’altro in contrasto tra di loro) le province (enti inutili) e vanno altresi’ istituite sei circoscrizioni territoriali, non amministrative ma elettivi (del Senato), Nord, Centro, Sud, Isole ed Estera ( sissignore l’ altra Italia e’ il territorio italiano piu’ vasto con un potenziale incredibile se solo i notri politici lo sapessero) Poi sulle competenze bisognerebbe rivedere e semplificare il Titolo V. ( sul tema ci ritorneremo, anche perche’ questa legislazione volge al termine)

Carmine Gonnella (Progetto Pie) Londra Italia

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