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Si muore di fame, non si vive di FAMA! Noi esodati famosi

. Siamo stati denominati ” famosi 200 ” lunedì 8 ottobre 2012,nell'intervento dell'onorevole Marialuisa Gnecchi alla Camera, inoccasione della discussione del testo unificato della proposta di legge5103.Ma non vogliamo essere famosi, non camperemo di fama ma moriremo difame! Noi vogliamo essere solo salvaguardati!Dal punto di vista politico, è ineccepibile chiedere al Governo latutela di tutti gli esodati esclusi dai precedenti provvedimenti ditutela : 65.000 + 55.000 persone.La Ragioneria Generale dello Stato però, nel parere depositato nelpomeriggio del 10 ottobre 2012 presso la Commissione Bilancio dellaCamera, ha ritenuto che la proposta di legge bipartisan così formulata,non abbia sufficiente copertura, e allora?Carissimi Parlamentari, inutile al momento ingaggiare “un corpo acorpo” con il Governo su chi cede prima, visto che oggi in Italia lademocrazia è un po’ latente perché venuta meno la distinzione dellefunzioni sancite dalla Costituzione in materia di potere legislativo epotere esecutivo, per i continui prevaricamenti degli Organigovernativi sulle attività proprie del Parlamento.Il Ministro Grilli, ha riferito nel Consiglio dei Ministri del 10ottobre 2012, nell'ambito della presentazione della Legge di StabilitàEconomica, della creazione di un fondo per gli esodati.Questo fondo, potrà sicuramente essere utile per coloro che giàsecondo le norme ante riforma Fornero andavano in pensione nel 2015,2016, 2017 ed oltre, ma certamente non è lo strumento idoneo agarantire giustizia a coloro che dovevano andare in pensione nel 2013 -2014, e non sono stati salvaguardati solo perché hanno risolto ilrapporto di lavoro nel 2012, come previsto dagli accordi individualifirmati entro la metà del 2011.In tale situazione si trovano, come ben sapete, ” i famosi 200″ dicui 116 postali e una ottantina di ex lavoratori Ibm, che a differenzadegli altri (2015 /2016/2017) già stanno pagando un conto salato pergli effetti di questa tragedia sociale.La maggior parte degli ex dipendenti di Poste Italiane, sonodestinatari di pensioni di anzianità, e già da 5 mesi, stanno pagandoratei di contributi volontari per un importo mensile variabile tra i1.408 ed i 1.466 euro. Queste persone dovranno sopravvivere con lapropria famiglia, sino a metà del 2013, con circa 400 – 450 euro almese, per poi restare, successivamente, per ben 18 mesi, privi disostentamento economico e pertanto nell'impossibilità di pagare anche icontributi richiesti dall'Inps.Io sono uno di questi, con due figli ancora studenti. Non aggiungoaltro alla mia precaria situazione familiare. Vi sembra umana unasituazione del genere? Vi sembra giusto, che ogni mattina ci si alzicon la consapevolezza di dover affrontare giornate sempre più difficilipsicologicamente e finanziariamente? Ah se me lo avessero detto primache un giorno sarei diventato uno dei nuovi poveri! Ah se solo avessisaputo che avrei lavorato una vita per poi restare con un pugno dimosche!E' indiscutibile che a questi 200 lavoratori sia riconosciuto, nelrispetto del principio di equità, “il diritto” ad andare in pensionesecondo le norme antecedenti la riforma Fornero, perché solo così sipotrà dar ragione a quanto affermato dal Ministro del Lavoro e dalPresidente dell'In .nelle 120.000 unità sono statisalvaguardati tutti coloro che andavano in pensione nel 2013 e2014 cosa che attualmente non è.La salvaguardia di questo gruppo, deve essere effettuata nell'ambitodi una 5103 resa “più leggera” e quindi di facile individuazione dellacopertura finanziaria e deve costituire un impegno prioritario delParlamento, perché queste persone sono quelle attualmente piùdanneggiate da questa riforma rea di non aver previsto un congruoperiodo di transizione per i soggetti prossimi alla pensione.

Poli Gianfranco

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