Newsletter TerzaRepubblica n.40

CON UNA “MANOVRETTA”
NECESSARIA MA NON STRATEGICA
IL GOVERNO RISCHIA DI FAVORIRE
UN ESITO “GRECO” DELLE ELEZIONI

Caro Presidente Monti, così la famosa “agenda” che porta il suo nome rischia di diventare sempre più volatile. Infatti, la “manovretta” di fine stagione licenziata dal governo se da un lato appare necessaria, dall’altro non si segnala né per utilità pratica né, tantomeno, per spessore strategico. Partorita nel peggiore dei modi dal punto di vista della comunicazione, che non è cosa secondaria perché è da lì che passa la credibilità o meno di un provvedimento e di chi lo adotta, essa è inevitabile perché una volta scelta la strada di aggredire il deficit e preso l’impegno con l’Europa di arrivare all’agognato pareggio di bilancio – feticcio di un rigore un po’ fine a se stesso e per di più pericoloso in tempi di recessione come questi – non era certo pensabile che il governo si fermasse a metà. Solo che era sbagliata a novembre e tale continua ad essere la decisione di imperniare la manovra anti-spread tutta sull’azzeramento del deficit – anziché sull’abbattimento del debito – con l’intento di rispondere affermativamente alla famosa lettera della Bce dell’estate 2011.

La politica di rigore – indispensabile, sia chiaro – si è inesorabilmente trasformata in un fattore di aggravamento del trend recessivo già in corso, rendendo tra l’altro sempre più difficile il raggiungimento del “punto zero” del deficit corrente. Né poteva essere diverso: se vuoi ridurre velocemente il deficit, non puoi far altro che aumentare le tasse, di conseguenza deprimendo l’economia. Ma una volta fatto trenta, era fatale fare trentuno con l’ultimo (sperando che sia davvero tale) “rabbocco”. A questo punto, però, tanto valeva completare l’aumento dell’Iva con i due punti in più che a suo tempo erano stati programmati. Invece, sotto la pressione di partiti sempre in più in campagna elettorale e di ministri crescentemente presi dalla preoccupazione del consenso, per mesi si è andati dicendo che la maggiorazione dell’Iva era scongiurata, o comunque scongiurabile, quando invece sarebbe bastato guardare l’andamento al ribasso del Pil – il governo solo qualche giorno fa ha dovuto raddoppiare in negativo (da -1,2% a -2,4%) le previsioni per il 2012 – per capire come non ci fosse spazio per questa “generosità”.

Qualcuno dice: ma con lo scambio Iva-Irpef che è stato fatto, si afferma il principio – giusto – che è bene spostare la pressione fiscale dalle persone alle cose. Peccato, però, che se il piccolo intervento sui redditi voleva avere una ragione equitativa – visto che, in teoria (e purtroppo credo solo in teoria), sui consumi è neutro – esso non sia in grado di soddisfare quell’obiettivo. Infatti, mentre da un lato lo sgravio Irpef non si applica agli 8 milioni di cittadini dai redditi così bassi da stare dentro la cosiddetta “no tax area”, dall’altro questi stessi “poveri”, cui dovrebbe orientarsi l’equità, si beccano il punto di Iva in più quando vanno a fare la spesa. Ergo, ci rimettono. Se poi a questo si aggiunge la volatilità di voci di entrata dall’esito per definizione incerto come quelle rivenienti dalla spending review e dalla futura Tobin tax, peggio ancora.

Ecco la tassa sulle transazioni finanziarie, è un classico esempio di scelte teoricamente giuste fatte nel modo sbagliato. Ovvio che intervenire sui guadagni facili di un sistema finanziario che ha pure sulla coscienza la più grande crisi mondiale del dopoguerra, sia moralmente giusto, specie se questo significa allentare la pressione fiscale sull’economia reale (imprese e lavoro). Ma è altrettanto chiaro che per come è configurato il mercato finanziario (non a caso abbiamo usato il singolare, è ormai unico ed è il più clamoroso caso di intersezione di due fenomeni epocali del nostro tempo, la globalizzazione e la rivoluzione tecnologica digitale) o quella tassa la applicano tutti i paesi del mondo oppure i capitali fuggiranno verso quelli che se ne sono sottratti e renderanno la Tobin tax non solo inutile, ma anche dannosa (la fuga dei capitali, per quanto impiegati in prodotti finanziari, è sempre un impoverimento).

Detto questo, c’erano e ci sono alternative? Sì, avere più coraggio. O quello di andare più decisamente fino in fondo sulla strada già imboccata (la Germania ha aumentato l’Iva di tre punti e la ricaduta sui consumi è stata una riduzione dello 0,75%, ma perché sono state prese altre misure per la crescita), o ancor meglio di fare una bella inversione di marcia e puntare all’obiettivo di una riduzione del debito sotto il 100% del pil mettendo in gioco il patrimonio pubblico e chiamando a concorrere quello privato. Così, invece, si è rimasti nel limbo di un’ambiguità che rischia di far male al governo Monti – e lo diciamo da sostenitori, visto che Società Aperta l’ha sempre definito “indispensabile” per la discontinuità che ha prodotto rispetto alla fallimentare Seconda Repubblica – ma soprattutto di compromettere il prosieguo di questa esperienza di “grande coalizione” anche nella prossima legislatura. Con il rischio che in questa ambiguità sguazzino in parlamento proposte come quella che per sistemare (ammesso e non concesso che riesca) gli esodati finisce per smantellare la riforma Fornero delle pensioni, che è l’unico vero grande intervento strutturale realizzato fin qui da un governo che avrebbe dovuto, e dovrebbe ancora, misurarsi molto di più con riforme di carattere straordinario.

Dunque, caro Presidente Monti, batta un colpo. Alle elezioni mancano sei mesi, che sono pochi per cimentarsi con interventi impegnativi ma drammaticamente troppi per gestire solo l’ordinaria amministrazione. Senza contare che nel primo caso il governo si guadagnerebbe il biglietto di “ritorno” (dopo le elezioni), nel secondo lascerebbe gli italiani nella sgradevole posizione di dover scegliere, al momento del voto, tra l’astensionismo, l’anti-politica becera e i sempre più screditati partiti esistenti. Con la conseguenza di rendere assai probabile l’esito greco della consultazione e allontanare ancora una volta l’inaugurazione della Terza Repubblica.

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