A CATANIA DIO E’ MORTO

I “LEBBROSI” DI C.SO MARTIRI DELLA LIBERTA’ DIMENTICATI ANCHE DA “DIO”

Così come da sempre l’uomo ‘sano’ sta ben attento alla distanza daquelle persone malati di lebbra, così si tiene ben distante dagliemarginati, i nuovi schiavi di una società senza ‘religione’, chevivono da anni in baracche di cartone e compensato all’interno di queifossati (veri e propri lager del terzo millennio) dove dovevanonascere grattacieli per ricchi. Fossati che nascondono bene agli occhidi credenti e non credenti la povertà e i relitti di una città cieca esenza ‘fede’. I non credenti, continuano a tacere e bendarsi gli occhiperché, dicono, a loro il pietismo cattolico non interessa e attendonoche qualcun altro (guai a pensare ad una divinità) possa risolvere unavolta per tutte le condizioni di tali persone sconosciute. I credentinon si occupano dei problemi terreni perché sono sicuri, e loapprendono in chiesa, che tutti nell’aldilà saremo uguali, non piùmorti di fame e gente che si ingozza di ogni cosa. Poi vi sono legerarchie dei credenti e dei non credenti che pensano di essere cosìdiversi l’uno dall’altro da fare a gara per negare la verità di tuttii giorni, o meglio per vederla ognuno con i propri occhi, quelli cheinvece riescono a guardare ad azioni che producono consensi spiritualio, per l’altro, elettorali, a secondo le circostanze del momento. A tal proposito mi sono chiesto se l’Arcivescovo, così come il Sindacodi Ct, siano mai andati in tali luoghi a guardare negli occhi quellepersone e che loro malgrado sono costrette a stare in tali invivibilie incivili ghetti da quarto mondo. Penso proprio di no! Per ilsemplice motivo che hanno continuato a sperperare denaro per quellefeste religiose che poco di cristiano a mio avviso hanno! E cosìgrazie al linguaggio ormai comune tra ben pensanti dell’uno edell’altro campo del credere e del non credere, si arriva a pensareche tanto sarà la Caritas a provvedere, non si sa con quale fondi econ quali forze, a tali aspetti,cosichè questi invisibili sconosciuti(così come le comunità di Rom) sono o non sono, a secondo di quantoaccade di negativo nella nostra città, i capri espiatori di ogni malee di ogni malessere. Tanto chi mai avrà il coraggio di provvedere? Noncerto i leader e gli amministratori politici, credenti e non, cherischierebbero di perdere i soliti voti e non permetterebbero loro diincassare i lauti guadagni e/o assumere ruoli di potere. Eppure gliinvisibili dei ‘fossati per ricchi’ di corso Martiri della Libertàcosì come i ‘derelitti’ lebbrosi hanno da parte loro un credente/noncredente, se così posso dire, quel Albert Schweitzer, il medicomissionario ( premio nobel per la Pace nel 1952 con il cui ricavatofece costruire un nuovo villaggio per i lebbrosi “Villaggio dellaLuce”) che dedicò la vita agli ultimi vivendo fianco a fianco deilebbrosi in Africa. Egli affermò, tra l’altro, riferendosi alladignità di questi uomini e donne e del loro dramma: “Essi hanno unagrande ricchezza, la libertà di poter vivere liberamente”. Il problema di oggi non è solo la sacrosanta dignità di coloro che nonhanno una casa né un lavoro, ma è l’ipocrisia e spesso la cattiveriadegli altri, con buona pace di credenti e non credenti di dogmi diuna delle tante religioni o una delle tante ideologie. A dirla allaGuccini, forse, “Dio è morto!”.

Alfio Lisi Catania 3494500650

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