Marco Pomar e i racconti de "La memoteca": un libro è di chi lo legge. L’intervista.

“La memoteca. Archivio di storie e passioni” é il primo libro di Marco
Pomar edito da Novantacento (pagg. 157, € 9,90) in cui uomini e donne
non riconducibili solamente alle peculiarità della Sicilia sono
raccontati attraverso una lente ironica che rivela sfumature e
caratteri variegati. Il volume partecipa alla terza edizione del
Premio Letterario “Torre dell'Orologio” di Siculiana. L'intervista
all'autore.

“La memoteca” è il debutto come scrittore “solista”: come è stata la gestazione?

Dei racconti molto liscia, essendo miei scritti dilatati nel tempo. La
gestazione con la casa editrice è stata veloce e felice. Nel senso che
in poche settimane erano entusiasti e mi hanno pubblicato.

Su quali cliché della Sicilia e dei siciliani ha volutamente insistito
e giocato?

Cerco sempre di uscire dai clichè. La Sicilia è presente in alcuni
racconti, ma solo per esigenze di storia. Il resto sono vicende
collocate in spazi e tempi immaginari.

I personaggi che animano i brani possono essere riconducibile ad
un'unica tipologia umana?

No. Forse sono accomunabili nell'ampio calderone dei perdenti, o
comunque degli “sfigati”, ma al loro interno sono personaggi pieni di
sfumature, tic, vizi e virtù, amarezze, debolezze e ingenuità.

Che tipo di memoria unisce i racconti della raccolta?

La memoria personale più di quella collettiva. Partendo dall'assunto
che ciascuno di noi è quello che è stato, che ha vissuto, che ha
provato. Senza questo patrimonio l'individuo non è, non sarebbe. Così
va alla ricerca del proprio passato. A volte anche per poterlo
dimenticare con coscienza.

Quale aspetto è stato particolarmente colto dai lettori e che l'ha
maggiormente lusingata o sorpresa?

Lo scrittore scopre un sacco di cose interessanti dal feedback con i
lettori. In realtà io credevo di
avere scritto un libro fondamentalmente umoristico, ovvero il mio
registro principale. Poi è venuto fuori che molti ci hanno trovato
dietro anche sofferenza, profondità, amarezza, dolore. L'ho accettato,
restando convinto del fatto che il libro è di chi lo legge.

L'anno scorso ha partecipato al Premio letterario di Siculiana con una
raccolta scritta assieme ad altri colleghi arrivando in finale. Che
valore intravede in queste autonome iniziative culturali?

Non farei un discorso generico. Ci sono premi e premi, iniziative
serie e prestigiose e altre che sfruttano il desiderio di giovani e
meno giovani esordienti al solo scopo di lucro. Dalle seconde mi tengo
alla larga.

Lascia un commento

My Agile Privacy

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. 

Puoi accettare, rifiutare o personalizzare i cookie premendo i pulsanti desiderati. 

Chiudendo questa informativa continuerai senza accettare. 

Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: