UNA SNIFFATA DI RAI

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Primo ottobre nella casa di Marsiglia, di mia figlia e compagno, a vedere la seconda e ultima puntata in televisione, della fiction sul caso di Enzo Tortora: Rai Uno in prima serata per la regia di Ricky Tognazzi, anche interprete.
Finalmente capisco qualcosa di quanto successe, condito da inaudita giustizia e malaffare, protezione a pentiti di niente e accusatori per farsi i fatti loro…

All’ epoca vivevo a Roma ed erano nati i miei due figli, famiglia lavoro e interessi personali che non erano certo la Rai, la cronaca e la Chiesa. Ricordavo una certa canzone però…Abbracciami forte ed era il 1965.
In 2 puntate, si sono passati in rassegna anni di mala giustizia camorra e borghesia compiacente, sullo sfondo la Rai con i suoi Media pronti a censurare e celebrare ciò che conviene. Dove siamo rimasti? Dove eravamo e siamo sempre stati.

E’ finita la vita di Enzo Tortora, giornalista politico autore e conduttore, è finita la seconda puntata , i titoli di coda sono stati improvvisamente tagliati per fare spazio allo spot delle scarpe Melluso, che nulla hanno in comune con quel Melluso, pentito infame infinitamente citato, e per fare spazio a un “interessantissimo” Porta a Porta, condotto dal giornalista autore, Bruno Vespa, che dati i pressanti temi del Principato di Monaco e mamma Grace e la precedente puntata su Tortora, non ha avuto l’ opportunità di spendere due parole dico due, su chi ha dedicato la vita al giornalismo, a chi è finito impietosamente, una volta dichiarato innocente, per morire di cancro.

Una malattia invasiva, come certa giustizia, certi Media, certa Rai, come certo giornalismo. Ho sentito freddo improvvisamente, a Marsiglia, città nel sud della Francia e del Mediterraneo e mi è venuta voglia di ricantare Abbracciami forte.
Doriana Goracci

« Dunque, dove eravamo rimasti? Potrei dire moltissime cose e ne dirò poche. Una me la consentirete: molta gente ha vissuto con me, ha sofferto con me questi terribili anni. Molta gente mi ha offerto quello che poteva, per esempio ha pregato per me, e io questo non lo dimenticherò mai. E questo “grazie” a questa cara, buona gente, dovete consentirmi di dirlo. L’ho detto, e un’altra cosa aggiungo: io sono qui anche per parlare per conto di quelli che parlare non possono, e sono molti, e sono troppi. Sarò qui, resterò qui, anche per loro. Ed ora cominciamo, come facevamo esattamente una volta »
(Enzo Tortora, 20 febbraio 1987)

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