Prima Conferenza dei Giovani Italiani nel Mondo: incredibile atteggiamento ai danni del “futuro” ai giovani andava detta la verità 

L'editoriale di Salvatore Viglia dell'11 Dicembre 2008

“Quella della Camera, alla presenza delle più alte cariche dello Stato, era la sede ufficiale e deputata per parlare ai giovani con la ragionevolezza del buon padre di famiglia e non certo nella maniera migliore”.

Ciò che dovrebbe essere la struttura portante delle società di tutto il mondo, ciò che dovrebbe rappresentare il futuro di tutti gli esseri umani, la gioventù, è stata oggetto di una speculazione veramente inverosimile a proposito della Prima Conferenza dei Giovani Italiani nel Mondo.
D’altra parte, la rappresentazione pubblica dei nostri politici, è famosa per il ben parlare, il ben proporre ma è altrettanto famosa nel dire ed affermare tutto ed il suo contrario. Certo, cosa si sarebbe preteso che qualcuno avesse detto, “ma che volete, perché non ve ne andate a casa vostra”? Sicuramente no. Intatti, mai sentiremo dire “che vogliono questi vecchi con le loro pensioni, perché non si tolgono dai piedi” oppure “che i precari stessero buoni e ringraziassero il cielo che qualcosa rimediano” o peggio ancora “chi non arriva alla fine del mese si arrangiasse”!
Mai sentiremo dire e mai abbiamo sentito, almeno nella forma esplicita nuda e cruda, affermazioni di questo tipo. E’ ovvio che le istituzioni forgino i loro discorsi in punta di penna con il massimo della comprensione possibile e nella forma comunicativa più immediata. Il fatto è che, per questo speciale argomento, quello dei giovani, non si sarebbe dovuto confezionare in pompa magna ciò che i fatti, invece, sconfessano in maniera plateale.
Il punto è che si sarebbe dovuto dire loro la verità. Quella della Camera, alla presenza delle più alte cariche dello Stato, era la sede ufficiale e deputata per parlare ai giovani con la ragionevolezza del buon padre di famiglia e non certo nella maniera migliore. Ad essi andava detta la verità sacrosanta senza mezzi termini. “Ragazzi, per il momento e non sappiamo fino a quando, per voi e per le vostre comunità all’estero non c’è nulla anzi, qualche cosa che avevate ottenuto, stiamo cercando in tutti i modi di togliervela”.
Ebbene però che si sappia, perché questo è un momento storico di grande significato politico e sociale, tutti quelli che appoggiano ed avallano questo stato di cose, sono responsabili in prima persona dei silenzi e delle omissioni nei riguardi di questa “carne che cresce” che rappresenta il futuro della Nazione italiana.
Non è possibile oltre sopportare passivamente la straordinaria accondiscendenza di certa stampa che per pochi spiccioli omette la verità. Un giorno, quando le vere intenzioni verranno a galla con la forza di un provvedimento di straforo a margine di un decreto contro le comunità italiane all’estero, allora sarà troppo tardi. Però qualcuno chiederà il conto, e sarà salatissimo, dell’operato sciagurato ed irresponsabile delle politiche pregresse ai danni dei giovani italiani sparsi per il mondo.

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