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Economia: boom di prestiti, finanziamenti e della vendita di oggettidi valore per ottenere in cambio soldi contanti

Colpa della crisi gliitaliani per restare a galla si indebitano ricorrendo alla cessionedel quinto dello stipendio

Continuando il “viaggio” dello “Sportello dei Diritti” sugli effettidella crisi economica che attanaglia il Paese riteniamo sia opportunosoffermarci su quelle che sono le strategie delle famiglie peralleviarne gli effetti o per non essere gettati completamente sullastrico. Uno dei primi step per chi inizia ad avere difficoltà e non harisparmi dove attingere (ed oggi sono la maggioranza degli italiani) èla vendita o forse meglio, la svendita, di oggetti valore per riceverein cambio moneta contante: la prova è data dal vero e proprio boom chehanno conosciuto i cosiddetti “compro oro” in ogni parte delterritorio nazionale. Ma il più classico dei rimedi delle famiglie italiane nei momenti distretta economica come quello attuale è quello di ricorreall’indebitamento: finanziamenti e prestiti – a differenza dei mutuiper la casa che vengono erogati con maggiori difficoltà dalle banchein crisi di liquidità e con garanzie che non tutti gli italianipossono concedere – continuano ad essere elargiti mentre si assiste aduna vero e propria esplosione delle richieste di prestito “concessione del quinto dello stipendio”. Una pratica assai datata neltempo che risale addirittura agli albori dell’Unità d’Italia ma cheoggi rappresenta una cospicua fetta del mercato totale deifinanziamenti. Le stime rinvenibili sul portale Prestiti.it arrivano astabilire che richieste di cessione del quinto dello stipendio e dellapensione rappresenterebbero ad oggi il 16,4% del totale deifinanziamenti richiesti. Questa forma particolare di prestito personale non è altro che unsistema di pagamento del debito mediante il quale il rimborso delprestito oltre agli interessi ed alle spese avviene per mezzodell’addebito della rata sulla busta paga o sulla pensione: rata che,come dice il nome stesso non può essere superiore ad 1/5 dellostipendio (o pensione) netto percepito da chi contrae il debito. In tal modo, la banca o l’istituto finanziario erogante è garantitadal prelievo diretto dallo stipendio o dalla pensione che verrannoquindi pagati dall’azienda per la quale si lavora, o nel caso dellapensione, dall’ente previdenziale, ed il prestito sarà estintoattingendo in maniera automatica e graduale dalla busta paga opensione stessa. La crescita esponenziale di questa “formula” sta proprio nel fatto chela trattenuta alla fonte riduce il rischio di mancato pagamento con laconseguenza che è più semplice ottenerlo anche da parte di chi nonpossiede i requisiti per ottenere prestiti personali o ha subìtoprotesti. Il D.P.R. (Decreto del Presidente della Repubblica) del 5 gennaio 1950n. 180 il cui art.5 (facoltà e limiti di cessione di quote distipendio e salario) è la legge di riferimento che regolamenta lacessione del quinto stabilendo che gli impiegati e salariatidipendenti dello stato e dagli altri enti, aziende ed imprese indicatinell'art. 1 (…) possono contrarre prestiti da estinguersi con cessionedi quote dello stipendio o del salario fino al quinto dell'ammontaredi tali emolumenti valutato al netto di ritenute e per periodi nonsuperiori a dieci anni, secondo le disposizioni stabilite dai titoliII e III del presente testo unico (…). Per ciò che concerne i pensionati è intervenuta la Legge 14 maggio2005 n. 80 che ha modificato il D.P.R. 1950 n. 180 estendendo aipensionati pubblici e privati la possibilità di contrarre prestiti,con banche e intermediari finanziari, da estinguersi con cessione diquote di pensione fino al quinto dell’importo della stessa. In base atale provvedimento possono essere cedute le pensioni le pensioni eagli assegni di invalidità e le pensioni di vecchiaia erogatedall’Inps nonché gli altri trattamenti pensionistici corrisposti dalloStato o da singoli Enti espressamente previsti nella nuova normativa. Quanto all’istituto in generale, per regolamento è un prestitopersonale non finalizzato, ossia che la sua concessione non èvincolato a determinati utilizzi e quindi non finalizzato all'acquistodi specifici beni o servizi. Il finanziamento può avere una duratamassima di 120 mesi e non sono necessari garanti, fideiussioni oipoteche poiché la garanzia principale è data dal salario stesso e dalTFR (Trattamento di fine rapporto). La cessione den quinto può essererichiesta dai dipendenti pubblici statali, da dipendenti di aziendeprivate (inizialmente non era prevista per questi ultimi) con uncontratto di lavoro a tempo indeterminato e, come detto, anche daipensionati. Chiaramente gli autonomi e le imprese non possono accedervi perdefinizione non avendo uno stipendio o una pensione. Proprio perché si tratta a tutti gli effetti di un prestito, sussistela possibilità di estinzione anticipata dello stesso e quindi primadella scadenza del contratto, senza alcuna penalità. È chiaro, sottolinea Giovanni D'Agata, fondatore dello “Sportellodei Diritti”, che si tratta di forme di finanziamento che tutelanocategorie che seppur in difficoltà hanno un reddito pressoché certo,ma esistono milioni di cittadini che lavorano con un contratto dilavoro precario che oggi non riescono ad attingere ad alcuna forma dicredito, o meglio di debito e che sono sempre più a rischio di doverricorrere a forme d’indebitamento al di fuori di quelle legali.

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