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Compensi avvocati, ristabilire la dignità  degli importi contro l’ingiustificato abbattimento da parte del ministero-Documento dell’Ufficio studi

Compensi avvocati, ristabilire la dignità degli importi contro l'ingiustificato abbattimento da parte del ministero-Documento dell’Ufficio studi

Il Cnf ha inviato al ministero della giustizia, in vista della riunione di oggi con gli Ordini nazionali su questa questione specifica (per il Cnf ci saranno i rappresentanti dell’Ufficio studi), un documento molto critico, predisposto dall’Ufficio studi, per rilevare tutte le abnormità del decreto ministeriale che ha ridotto gli importi dei compensi. E per indicare le proposte per un necessario intervento correttivo.
La richiesta di modifica non compromette ovviamente la decisione di procedere con l’impugnativa al Tar per ottenere l’annullamento del decreto ministeriale: giovedì si terrà infatti la riunione con il collegio di difesa per mettere a punto il ricorso.
Il decreto parametri, denuncia il Cnf, ha perpetrato “un immotivato, ingiustificato e indiscriminato abbattimento degli importi dei parametri”, anche fino al 50%, relativi ai compensi degli avvocati, anche nel confronto con gli importi minimi tariffari del 2004; e non ha tenuto conto neanche della variazione dei prezzi al consumo Istat dal 2009 al 2012.
E’ il caso, a solo titolo di esempio, dei compensi previsti per tutte le fase giudiziali davanti al giudice di pace per una controversia del valore fino a 5.000,00 euro. Praticamente un regalo alle compagnia di assicurazione.
Per mettere in evidenza tutte queste discrasie, il documento del Cnf contiene alcuni allegati con la simulazione dei compensi calcolati secondo la tariffa forense (Dm 127/2004) paragonati ai compensi calcolati secondo il decreto parametri.
Dai parametri, inoltre, è scomparsa la voce relativa al rimborso di spese generali, che il Cnf chiede di reintrodurre.
Il Cnf ha evidenziato l’ irragionevolezza della riduzione secca, anche sino alla metà del compenso, in alcune tipologie di controversie a prescindere dalla complessità e quantità delle questioni trattate: in quelle di lavoro fino a 1.00.00 euro; per l’indennizzo da irragionevole durata del processo e quelle in cui è ammesso il patrocinio a spese dello Stato.
Riduzione tanto più odiosa perché ingiustificatamente punitiva nei confronti dell’avvocato in caso di responsabilità processuale imputabile all’assistito o in caso di pronuncia di rito.
Il Cnf ha chiesto anche di ristabilire la correttezza e la dignità dei compensi nel processo esecutivo (che non è fase ma procedimento autonomo) e nelle ingiunzioni e i precetti, e ha chiesto di prevedere l’obbligo di motivare la scelta di discostarsi dai parametri da parte del giudice.



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