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Premio Letterario "Torre dell’Orologio" di Siculiana, III edizione – Intervista a Giuseppe Barcellona

Premio Letterario “Torre dell'Orologio” di Siculiana, III edizioneIntervista a Giuseppe Barcellona, autore di “Q. L'enigma del Messia”:”Palermo tornerà ad essere il fiore del Mediterraneo” di Giovanni Zambito

Le grotte di Qumran e la città del Fiore, una setta misteriosa dimonaci combattenti e le mummie della rocca di Malagia: in un viaggiotra passato e presente, alle radici della cristianità e della storiadi Palermo, il libro “Q. L'enigma del Messia” di Giuseppe Barcellona(ed. La Zisa, pagg. 176, € 14,90) è un romanzo a sfondo storico che simuove fra pericolose sette, personaggi ambigui, segretiinconfessabili, morti misteriosi: partecipa alla terza edizione delPremio Letterario “Torre dell'Orologio” di Siculiana (AG) la cuimadrina anche quest'anno sarà Simonetta Agnello Hornby. Oggi, conGiuseppe Barcellona, inauguriamo le interviste agli autori chepartecipano al concorso 2012. Che cosa rende un evento reale come in questo caso la scoperta dimanoscritti antichi degno di essere raccontato in un romanzo?In generale mi stimola la possibilità di fondere realtà e fantasia, èun gioco che rende più interessante ogni opera letteraria; nellafattispecie l'evento, per quanto retrodatato, è di una portata taleche non ho saputo resistere alla tentazione di farne un libro cheassieme alla critica moderna e agli altri trattati sulla materiacontribuisce ad accendere i riflettori su quella che potrebbe esserela più grande bugia di tutti i tempi. Perché il soggetto religioso affascina sempre scrittori e lettori?Credo non esistano persone al mondo che non si siano poste le domande:chi mi ha donato la vita, cosa c'è dopo? È una domanda a cui tuttiprima o poi cerchiamo di dare una risposta, quindi si crea moltointeresse nei lettori che sperano di trovare le risposte che cercano;gli scrittori talvolta trattano questo argomento per fini commerciali,la religione interessa alle masse. Personalmente nella scrittura hotrovato la mia dimensione, è la ricetta per l'immortalità, i mieilibri sopravviveranno a me e saranno il segno tangibile del miopassaggio su questa terra. Duemila anni fa dovevano saperlo, perquesto la parola di Dio è scritta. Sta particolarmente bene nel contesto della cattolicissima Sicilia?Probabilmente i cattolicissimi siciliani prenderanno come un pugnoallo stomaco questo libro ed altri omologhi, ma spero che qualcunodica alla gente la verità, i tempi sono maturi affinché tuttisappiano. Oggi non ci sarebbe niente di male nel dire alla gente, cisiamo sbagliati, credo che la gente capirebbe; qualcuno da qualcheparte del mondo inventerebbe un'altra bugia, magari con un po' difortuna durerebbe duemila anni, come quella del Cristo. Il mondo habisogno d'aria nuova, la Sicilia ancor di più. E Palermo viene vista e attraversata in maniera diversa dal solito? in che cosa?Ero stufo dei soliti stereotipi mafiosi appiccicati addosso alla miacittà ed alla Sicilia: Palermo, i suoi monumenti, la sua storia, mitie leggende sono il palcoscenico naturale per l'ambientazione di operee fiction di ben altro stile. Non si può raccontare la Sicilia semprealla stessa maniera, è un'ingiustizia che non rende onore alla suastoria. Forse ho esagerato ma credo sempre vi sia qualcosa di magicoquando dopo un viaggio fuori, rimetto piede in Sicilia e quando vedol'inferno e il paradiso convivere nelle stradine del capoluogo. Ungiorno Palermo cambierà, tornerà ad essere quello che era, il fioredel Mediterraneo che incantava poeti e naviganti. Io non ci sarò piùma tutto questo accadrà. Rispetto ai racconti, alle poesie e al giornalismo, scrivere un interoromanzo è stato particolarmente faticoso o inaspettatamente naturale?Sono fortunato. Scrivere per me è come respirare, è la cosa più bellache io possa fare. Scrivo nelle ore più impensabili e nei luoghi piùincredibili, ma quando arriva l'ispirazione mollo tutto ed entro nelmio mondo. I miei personaggi vivono, si materializzano come dal nulla,entro in un posto immaginario. Ciò mi crea qualche problema nella vitareale, a volte rimango scollegato dal mondo che mi circonda, diventosbadato, smemorato, abulico, ma non ci posso fare niente, oramaiquesta cosa mi ha preso la mano e non credo che tornerò indietro. Nelmio romanzo Q L'enigma del Messia e negli altri a venire, la verità èsempre mescolata alla finzione, semplicemente perché la mia vita èveramente così a cavallo tra realtà e fantasia. I personaggi chedescrivo esistono veramente, cambio soltanto il nome e qualchedettaglio per ovvi motivi, poi li calo nel periodo storico; se leifrequentasse la Chiesa dei Cappuccini o conoscesse i mie amicirimarrebbe sbalordito, personalmente quando incontro i miei personagginel mondo reale è un tuffo al cuore, una specie di macchina del tempoche si mette in moto, io li vedo proiettati dentro la storia e tuttofiorisce intorno a me, luoghi, fatti eccetera. Poi in un istante tornoindietro, ma quanto è bello sognare… Da Torino a Palermo: solo andata? ci può parlare del suo percorso?Secondo alcuni siciliani i piemontesi furono la causa di tutto, illoro malgoverno fece sprofondare la Sicilia nella voragine in cuituttora rotola. Spero che apprezzino gli sforzi di un piemontese dinascita e siciliano d'adozione, perché io a Torino ci sono nato ebasta, la mia città da sempre è Palermo. Circa il motivo per cuinacqui a Torino, beh, qui ci vorrebbe un romanzo a parte perspiegarlo. Credo, ma non ne sono sicuro, che la sorella di mia madrevivesse nel capoluogo piemontese e mia madre fuggì lì per darmi allaluce. Aveva già quattro figli ed il marito era un delinquente cheminacciava di ucciderla perché io ero stato concepito dall'amore conmio padre, che non era sancito dal matrimonio. Si immagini lacattolicissima Trapani anni Settanta (teatro del fattaccio) comeavrebbe preso questa cosa. Per salvare la faccia… e la pelle, miamadre scappò e si rifugiò in quel di Torino dove io nacqui, per poiaffidarmi alle cure di mia zia che mi ha allevato insieme a mio padre.Mia madre non la vedo da oltre trent'anni, non so dove sia, so soloche non ero ancora nato e mi volevano uccidere… Ho sempre detto atutti che è morta, mi scocciava spiegare i dettagli, ovunque sia speroche qualcuno le dica che suo figlio scrive e che sta bene. Dopo questaintervista tutti sapranno, beh, anch'io ho detto una bugia, ma hoavuto il coraggio di dire la verità. L'AUTOREGiuseppe Barcellona, 37 anni, nato a Torino, vive e lavora a Palermo.Perito chimico, giornalista dilettante, ha collaborato con varietestate ed emittenti come il Mediterraneo, Palermochannel TV,Palermo24h, alcuni free press cittadini, Radio Up e Radio GiovaneSicilia. Poeta e scrittore, si è aggiudicato numerosi premi letterari,tra i quali il Gran Premio Speciale della giuria “Città di La Spezia”,il “Serialchillers award 2011” e il primo premio narrativa inedita alconcorso indetto dall' “Associazione Chiese storiche”.

— Goffredo Palmerini

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