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Gasparri: Dopo Monti ci sono le elezioni

Il commento del capogruppo del Pdl al Senato

“Dopo Monti ci sono le elezioni. E’ singolare aprire un dibattito sul dopo voto come se l’opinione degli italiani non contasse nulla. Prepariamoci a una campagna elettorale, se Monti volesse continuare a governare dovrebbe presentarsi alle elezioni. Prima va fatta la legge elettorale, poi si andrà al voto. Il PDL dovrà avanzare le sue proposte agli italiani.

Richiamarsi alla democrazia credo che sia un atto doveroso poi gli scenari si vedranno. Vedo alcuni che già giungono a conclusioni, diamo respiro a un dibattito politico e democratico. Monti fa bene a parlare con quel linguaggio. Oggi se il governo si schierasse avrebbe un percorso più complicato. Il governo fa bene a non distrarsi con annunci elettorali che lo metterebbero in collisione con entrambe le parti. Il fatto che qualche ministro sembra schierarsi con uno o con l’altro schieramento, non aiuta il percorso. Non sottovalutiamo gli indicatori negativi dell’economia reale. Alcuni ministri dovrebbero fare attenzione agli annunci. Monti stesso, una volta, disse che se fosse stato approvato un suo decreto il PIL sarebbe cresciuto del 10% invece sta diminuendo del 2.4%. Oggi un altro ministro dice che se si approva un suo DL contro la corruzione il Pil guadagna 4 punti. Se così fosse approviamone tre di quelle leggi. Alcuni ministri dicano meno sciocchezze. Le previsioni economiche del ministro Severino sono risibili. Magari fosse così. Inviterei alla cautela, se uno non capisce niente di economia, eviterei di farlo sapere a tutti”.

Lo ha affermato il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri, intervistato dal Tgcom24.
“Mi pare evidente, vanno sui palchi politici cercando facili applausi e fanno annunci ridicoli. L’agenda é così piena di cose da fare che l’esibizionismo non serve a nulla. Sono tutte persone che hanno collocazioni migliori di quelle che la politica potrebbe offrire. In ogni caso, se qualcuno si vuole schierare lo dica subito. Non vorremmo creare un cortocircuito in cui dei partiti devono sostenere un governo i cui esponenti sfruttano questo consenso parlamentare non per fare delle cose, con un’economia che va male, ma per farsi una pubblicità di cui non c’é necessità”.

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